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Tennis, Masters1000 antipasto di un cambio al vertice inevitabile

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Nulla è per sempre. Si è vissuto per anni nella “dittatura” dei titani del tennis mondiale. Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic sono stati coloro i quali hanno diffuso il verbo per 20 anni. Tuttavia, nel circuito dei tornei Masters1000 si comincia ad assaporare un gusto diverso. Le assenze per problematiche fisiche dei tennisti citati nei 1000 di Toronto e Cincinnati hanno portato a tre il conto degli eventi (1000) a cui costoro non hanno preso parte.

Questo offre uno spunto di riflessione, guardando agli imminenti US Open (30 agosto-12 settembre), in cui il buon Nole vuol cercare di mantenere intatto lo status quo, considerando i tre centri nel 2021. La realtà comunque per i tre fenomeni già è cambiata nella loro totalità: Federer, con 40 anni sulle spalle, deve capire cosa sia meglio per lui e l’ennesima operazione al ginocchio alimenta diversi punti di domanda; Nadal ha i suoi pensieri offuscati da una criticità cronica al piede; Nole negli unici tornei “Non Slam” a cui ha preso parte nel 2021 è a bocca asciutta, rinunciando alle competizioni di Miami, Madrid e ai citati eventi a Toronto e Cincinnati.

Se si prende come riferimento il 2011, la stagione nella quale Djokovic è esploso definitivamente raggiungendo gli altri due “mostri”, si sono disputati 81 Masters1000 fino all’arrivo della pandemia e sono state 57 le affermazioni dei tre grandi. Giusto aggiungere le otto vittorie di Andy Murray che ha rappresentato il quarto interprete dei Fab 4, portando a un totale di 65 titoli: l’80% dei 1000 andati in scena.

Da quanto il circuito si è rimesso in moto, Novak ha vinto due titoli (Cincinnati e Roma l’anno scorso), Nadal uno (a Roma quest’anno). Il circuito sta cambiando e i grandi tornei saranno territorio di caccia di più giocatori, come la Finale a Toronto tra Medvedev e Opelka e i 5 vincitori diversi nei 1000 hanno dimostrato.

Foto: LaPresse

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