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Softball: Italia, dal Friuli-Venezia Giulia a Tokyo con un titolo europeo in più

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L’Italia si avvicina a grandi passi alle Olimpiadi di Tokyo, e lo fa presentandosi all’appuntamento a cinque cerchi da Campione d’Europa per la dodicesima volta. Il softball azzurro conferma il proprio grande momento, nel quale sta prendendo le redini del movimento continentale e se lo porta sulle spalle in Giappone, dove avrà un compito difficile, sì, ma anche da mina vagante.

Proprio ieri sono state diramati i nomi delle 15 che andranno in terra nipponica. E il gruppo è sostanzialmente quello degli Europei, con le ovvie riduzioni dettate dal fatto che il roster olimpico non consente la presenza di più giocatrici del numero sopracitato, il che ha costretto Federico Pizzolini a fare delle scelte rispetto alle 17 che hanno battuto l’Olanda in finale a Castions di Strada.

Le stelle ci sono tutte, a cominciare dalle due che hanno fatto da autentiche trascinatrici, Greta Cecchetti ed Erika Piancastelli, l’una inattaccabile al lancio, l’altra sempre in grado di trovare i suoi giri di mazza, quelli forieri di notevoli soddisfazioni nel torneo azzurro. Ma ciò che ha impressionato è stato il fronte difensivo: soltanto contro l’Olanda si sono subiti punti, per il resto mai un reale problema, nemmeno contro squadre che fastidio lo avrebbero potuto dare per davvero, come la Repubblica Ceca.

Torna anche Marta Gasparotto, con cui, tra le righe, lo staff azzurro aveva in sostanza deciso di evitare il rischio di un recupero affrettato se quello fosse diventato la base per una mancata presenza a Tokyo. L’Italia ha bisogno anche di lei, così come di Amanda Fama, che dai suoi di problemi fisici si è ripresa bene, e della condizione di Andrea Howard che si è vista in terra friulana, e non va dimenticata nemmeno un’ottima Giulia Longhi.

Una delle note piacevoli è il fatto che Pizzolini continui a seguire la scia del compianto Enrico Obletter su una questione: quella delle giovani. Giulia Koutsoyanopulos è classe 2002 e ha dimostrato di poter valere già senza problemi il livello maggiore, Alexia Lacatena è dello stesso anno aveva già fatto benissimo in campionato. E per lei la maggiore delle dosi di fiducia è arrivata quando il manager azzurro l’ha inserita per chiudere un settimo e ultimo inning che stava rischiando di farsi complicatissimo nella finale.

L’esordio contro gli Stati Uniti è già più vicino di quanto possa sembrare, appena 16 giorni dal momento che il softball inizia prima la sua cavalcata olimpica rispetto agli altri sport. E debuttare contro le favorite (assieme al Giappone) per l’oro non è necessariamente una cattiva notizia, perché ci si può poi concentrare sulle partite che contano per far funzionare il concetto di mina vagante. Con un pensiero, perché no, alla finale per il bronzo.

Foto: FIBS / EzR NADOC

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