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Motomondiale 2021, l’Italia preoccupa. Bilancio negativo, si prospetta un anno senza titoli

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Il Motomondiale è giunto al proprio giro di boa, poiché siamo nel pieno della pausa estiva che fa da cerniera tra le due metà della stagione. Cionondimeno, all’orizzonte si prospetta già uno scenario ben poco esaltante per il motociclismo italiano. Infatti è altamente probabile che, per la prima volta dal 2016, nessun centauro del Bel Paese si laurei Campione del Mondo in alcuna classe.

Negli ultimi quattro anni l’Italia ha raccolto a piene mani in Moto2. Franco Morbidelli ha vinto il titolo del 2017, Francesco Bagnaia quello del 2018 ed Enea Bastianini quello del 2020. È mancato all’appello l’alloro del 2019, ma in quella stagione Lorenzo Dalla Porta si impose in Moto3. Il 2021 si annuncia, invece, privo di successi iridati.

In MotoGP l’unica speranza risponde al nome del già citato Bagnaia, che attualmente occupa la terza posizione in classifica generale. Il ventiquattrenne piemontese è però staccato di 47 punti da Fabio Quartararo e soprattutto manca della continuità necessaria per poter rappresentare un concreto pretendente al titolo. Con tre podi nelle quattro gare iniziali, Pecco era diventato leader del campionato, sfruttando anche i problemi fisici di El Diablo. Tuttavia, a partire dal GP di Francia non si è più classificato nella top-three, scivolando lontano dal transalpino anche a causa di qualche errore di troppo. Peraltro, l’alfiere della Ducati è ancora alla caccia della sua prima vittoria della classe regina. Dunque, a meno di una repentina crescita già nel mese di agosto, dovrà accontentarsi di un piazzamento di prestigio nella classifica finale, che potrebbe comunque fare da trampolino in vista di un futuro più glorioso. Il presente, però, non lo indica come potenziale Campione del Mondo.

In Moto2 il titolo appare una questione tra i due piloti del team Red Bull KTM Ajo, l’australiano Remy Gardner e lo spagnolo Raul Fernandez, che dopo la sfuriata iniziale di Sam Lowes hanno preso il sopravvento sulla concorrenza a partire dalla gara di Le Mans. Vero che il più vicino a loro nella graduatoria assoluta è proprio l’italiano Marco Bezzecchi, ma il ventiduenne romagnolo non sembra dotato del cambio di passo necessario a proporsi come un autentico terzo incomodo. La costanza non gli fa difetto, come testimoniato dal fatto di aver già raccolto quattro podi e di non essere mai uscito dai primi sei, però mancano i picchi di rendimento. Con queste caratteristiche risulterà difficilissimo recuperare sia 56 punti a Gardner che 25 a Fernàndez, i quali sono costantemente più rapidi.

Infine, in Moto3, sembra davvero esserci poco pathos nella corsa al Mondiale, che a meno di imprevisti finirà nelle mani del nuovo predestinato del motociclismo spagnolo, ovvero Pedro Acosta. Il diciassettenne murciano riesce a chiudere costantemente nelle primissime posizioni in una classe dove l’anarchia regna sovrana. In questo modo ha costruito una solida leadership nella classifica generale, dove Dennis Foggia e Romano Fenati sono rispettivamente terzo e quarto, ma staccati di 72 e 78 punti dall’iberico. I due stanno mostrando un rendimento diametralmente opposto, poiché il diciottenne romano sa realizzare exploit notevoli, come testimoniato dalle due vittorie raccolte al Mugello e Assen, alternandoli però a eclatanti passaggi a vuoto. Al contrario, il venticinquenne marchigiano è granitico, ma senza avere in canna grandissimi acuti. Per loro vale più o meno lo stesso discorso già effettuato per Bagnaia e Bezzecchi. Sicuramente sono in lotta per chiudere sul podio il Mondiale della rispettiva classe, ma una loro concreta candidatura all’Iride appare esagerata.

Insomma, tutto lascia presagire un 2021 da zeru tituli per il motociclismo italiano, nella speranza che nel 2022 possa andare meglio. Magari proprio nella classe regina. Dopotutto, Bagnaia con un anno di esperienza in più e Franco Morbidelli dotato di una Yamaha M1 ufficiale potrebbero essere in grado di far sognare.

Foto: MotoGPpress.com

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