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Wimbledon, Matteo Berrettini: “Novak Djokovic è l’uomo da battere, ma posso andare lontano a Londra”

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Matteo Berrettini è pronto per una nuova sfida. L’azzurro, dopo aver ottenuto la prima vittoria di un torneo 500 e di un certo prestigio come il Queen’s, vuol confermarsi anche a Wimbledon. Domani lo vedremo in azione contro l’argentino Guido Pella e la caratura del rivale non è tale da far tremare i polsi.

Matteo si presenterà forte dei propri risultati: la vittoria di Belgrado, la Finale a Madrid, i quarti di finale a Parigi e appunto la firma sull’erba londinese. A Church Road, in qualità di testa di serie n.7, potrà avere un cammino fino agli ottavi di finale maggiormente nelle sue mani (con l’insidia John Isner nel terzo turno), poi si vedrà. Le prospettive per andare molto avanti nei Championships ci sono, ricordando l’esperienza della seconda settimana del 2019.

Le armi di cui dispone Berrettini (servizio e dritto) sono notevoli e possono ben adattarsi all’erba, anche se la risposta rimane un punto debole, nonostante degli oggettivi miglioramenti vi siano stati dal lato del rovescio. Probabilmente, la maggior “lentezza” dei campi di Wimbledon rispetto a quelli del Queen’s potrebbe sorridere all’italiano che così avrebbe maggior “tempo” nel rispondere alle bordate dei rivali.

Indubbiamente, c’è consapevolezza nel romano: “Per Wimbledon Novak Djokovic è l’uomo da battere e il candidato numero uno per imporsi. Io però so di avere il tennis per poter andare lontano su questa superficie. Mi sento bene fisicamente, sono in fiducia e quindi sono convinto di poter andare lontano in questo torneo“, le parole di Matteo a The Times.

Non resta che attendere e verificare se a queste parole seguiranno i fatti.

Foto: LaPresse

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