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MotoGP, Valentino Rossi e il “Crepuscolo di un Dio”. Da settembre 2020 a oggi un crollo verticale

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Valentino Rossi ha concluso il Gran Premio d’Olanda con una violenta caduta, la terza di una stagione sin qui disgraziata, nonché la sesta nelle ultime quindici gare a cui il Dottore ha preso parte. L’impressione è quella di essere letteralmente di fronte al crepuscolo di un Dio, poiché la situazione del quarantaduenne di Tavullia sta diventando finanche penosa. Già, perché fa davvero male vedere ridotto in questo modo un centauro capace di scaldare il cuore di milioni di appassionati in tutto il mondo grazie alle sue imprese.

Intendiamoci, sino al settembre del 2020 stavamo parlando di un pilota completamente diverso. Se si va a leggere la classifica del Mondiale dello scorso anno dopo il GP di San Marino ci si renderà conto di come Valentino avesse solamente 2 punti meno di Joan Mir. Cionondimeno, talvolta il “quadro clinico” precipita repentinamente e senza dare avvisaglie. Sembra proprio quanto accaduto con Rossi, poiché dopo Misano I sono arrivate tre cadute di fila, seguite dallo stop forzato per aver contratto il Covid-19 e da un finale di stagione anonimo.

Il 2021 non è certo proseguito meglio. Il Dottore ha raccolto la miseria di 17 punti in nove GP con un decimo posto al Mugello come miglior risultato e, appunto, tre incontri ravvicinati con la ghiaia (Portimao, Montmelò, Assen). Nelle passate settimane abbiamo già ripetuto allo sfinimento come, prima del 2020, il tavulliese non avesse mai chiuso tre gare di fila fuori dalla top-ten. Ora, invece, ha fatto ingresso nelle prime dieci posizioni solamente una volta negli ultimi dodici GP a cui ha preso parte. Una top-ten a cui, è bene ribadirlo, fanno da contraltare ben sei cadute.

I dati del 2021 sono sportivamente drammatici, a cominciare dal rendimento in gara, ben fotografato dalla media punti stagione per stagione. Vale la pena di ricordare come il massimo teorico sia 25.

VALENTINO ROSSI – MEDIA PUNTI
2000: 13,06 pts/gara (16 GP)
2001: 20,31 pts/gara (16 GP)
2002: 22,19 pts/gara (16 GP)
2003: 22,31 pts/gara (16 GP)
2004: 19,00 pts/gara (16 GP)
2005: 21,59 pts/gara (17 GP)
2006: 14,53 pts/gara (17 GP)
2007: 13,39 pts/gara (18 GP)
2008: 20,73 pts/gara (18 GP)
2009: 18,00 pts/gara (17 GP)
2010: 16,64 pts/gara (14 GP)
2011: 8,17 pts/gara (17 GP)
2012: 9,06 pts/gara (18 GP)
2013: 13,17 pts/gara (18 GP)
2014: 16,39 pts/gara (18 GP)
2015: 18,06 pts/gara (18 GP)
2016: 13,83 pts/gara (18 GP)
2017: 12,24 pts/gara (17 GP)
2018: 11,00 pts/gara (18 GP)
2019: 9,16 pts/gara (19 GP)
2020: 5,50 pts/gara (12 GP)
2021: 1,89 pts/gara (9 GP)* Stagione in corso

Come si può facilmente notare, nel biennio 2017-2018 è cominciato un leggero, ma evidente, declino, acuitosi nel 2019 prima di precipitare marcatamente a partire dallo scorso anno. O meglio, nella seconda metà del 2020, perché nelle prime sei gare della passata stagione, Valentino aveva mantenuto la stessa media punti del 2019. Dall’ultimo settembre, invece, il crollo.

Crollo evidente se analizziamo anche la posizione media in qualifica di Rossi, divisa stagione per stagione e riassunta dalla seguente tabella. Va rimarcato che, allo scopo di analizzare la competitività, non è stata tenuta in considerazione la posizione effettiva in griglia nel GP del Qatar 2004 e in quello della Comunità Valenciana 2015 (quando il Dottore ricevette una penalità), bensì l’effettiva performance in qualifica.

VALENTINO ROSSI – POSIZIONE MEDIA IN QUALIFICA
2000: 6,375 (0 pole)
2001: 3,688 (4 pole)
2002: 3,250 (7 pole)
2003: 2,063 (9 pole)
2004: 2,813 (5 pole)
2005: 4,118 (5 pole)
2006: 6,471 (5 pole)
2007: 4,333 (4 pole)
2008: 4,333 (2 pole)
2009: 2,118 (7 pole)
2010: 4,571 (1 pole)
2011: 10,412 (0 pole. Miglior qualifica 6°)
2012: 9,333 (0 pole. Miglior qualifica 6°)
2013: 5,333 (0 pole. Miglior qualifica 2°)
2014: 6,000 (1 pole)
2015: 5,666 (1 pole)
2016: 3,778 (1 pole)
2017: 5,941 (0 pole. Miglior qualifica 2°)
2018: 7,611 (1 pole)
2019: 8,316 (0 pole. Miglior qualifica 2°)
2020: 10,250 (0 pole. Miglior qualifica 3°)
2021: 13,889 (0 pole. Miglior qualifica 4°) * Stagione in corso

Come si può notare, mai Valentino si era trovato così in difficoltà sul giro secco. La sua posizione media in griglia quest’anno è, de facto, la numero 14. La situazione non era mai stata così deficitaria, neppure nel biennio in Ducati. All’epoca, però, il mezzo meccanico giocava un ruolo fondamentale nella scarsa incisività di Rossi. In questo 2021, invece, Fabio Quartararo e Maverick Viñales hanno raccolto la bellezza di sei pole position su nove in sella a Yamaha gemelle di quella del Dottore. Soprattutto, la tendenza sul giro secco conferma quella in gara, dalla lieve parabola discendente del 2017-2018 si è passati allo schianto del 2020-2021.

Insomma, la matematica non è un’opinione e quindi è incontestabile. Quanto ci viene detto dai numeri è che Valentino si è mantenuto su ottimi livelli, nonostante l’età, anche appena superata la soglia degli “anta”. Tuttavia, negli ultimi nove mesi la sua competitività è colata a picco e difficilmente potrà risalire nel prossimo futuro.

Foto: MotoGPpress.com

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