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Ciclismo

Vincenzo Nibali, 7″ per urlare al mondo che il suo Giro d’Italia non è finito

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Un attacco pregno di significati. Forse 7 secondi vorranno dire poco o nulla nell’economia di un grande giro, a maggior ragione per le posizioni oltre la decima. Eppure anche nel ciclismo moderno freddo e calcolatore c’è ancora spazio per coraggio, inventiva e fantasia. Oggi Vincenzo Nibali lo ha ribadito ancora una volta. Prima con l’attacco di coppia insieme all’amico e compagno di squadra Giulio Ciccone; poi in solitaria, con un numero dei suoi in discesa.

Sarà anche distante oltre 4 minuti, ma lo Squalo fa ancora paura. Nessuno lo sottovaluta, non è un caso che Egan Bernal abbia spremuto a fondo la Ineos-Grenadiers per non concedere troppo vantaggio al siciliano e, in precedenza, a Giulio Ciccone. In fondo le salite vere di questo Giro d’Italia devono ancora cominciare. Da sabato con lo Zoncolan inizierà un’altra corsa, dove non è affatto scontato che i valori visti sinora vengano confermati. Ci attendono cinque tapponi di montagna impressionanti, come al Giro non si vedevano da anni. Bernal, come logico che sia, resta il favorito n.1, anche perché sulle grandi vette potrebbe ulteriormente fare la differenza. Eppure la storia della Corsa Rosa insegna che le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Anche le più impensabili.

Oggi Vincenzo Nibali ha voluto mandare un segnale, prima di tutto a se stesso. La cattiva sorte si è accanita contro il siciliano nelle ultime settimane. L’infortunio al polso destro, ad appena un mese dalla partenza di Torino, non ci voleva proprio. I dieci giorni di allenamento persi durante la rifinitura si sono rivelati letali nell’affrontare questa prima parte di Giro d’Italia. “Il fondo non mi manca, è chiaro che faccio fatica nei cambi di ritmo“, aveva spiegato lo Squalo qualche giorno fa. Eppure Nibali è sempre Nibali. Ha stretto i denti e, in fin dei conti, il distacco in classifica è tale da poter ancora mettere nel mirino almeno una posizione tra i migliori 10: a 36 anni, scusate se è poco. Già ieri, nella tappa dello sterrato di Montalcino, il siciliano aveva destato buone impressioni, salvo andare in riserva sull’ascesa conclusiva.

Da sabato il copione muterà sensibilmente. L’esplosività non sarà più una dote imprescindibile sulle grandi montagne, dove serviranno in primo luogo resistenza e capacità di recupero da una tappa all’altra. Nibali ha classe ed esperienza per sapersi gestire anche nei momenti più difficili. Il messaggio odierno è lampante. Quei 7″ urlano al mondo che il Giro d’Italia dello Squalo non è finito. Per niente. Che sia per una top10 o per un successo di tappa, il classe 1984 proverà a piazzare una zampata.

Peraltro il messinese non si è di certo tirato indietro in questi giorni quando si è trattato di dare una mano al nuovo capitano Giulio Ciccone: ennesimo esempio di professionalità e, soprattutto, signorilità. Non è affatto scontato che un campione di questo calibro decida di buon grado di mettersi a disposizione di un più giovane compagno di squadra. Questo è Vincenzo Nibali. Un fuoriclasse ancora capace di infiammare le folle a bordo strada con attacchi imprevedibili ed inattesi. Conoscendolo, quei 7 secondi possono significare un nuovo inizio.

Foto: Lapresse

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