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Masters 1000 Madrid: la prima dell’occhio di falco sulla terra rossa. Un sistema diverso da quello classico

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Per la prima volta in un torneo di altissimo livello vedremo a Madrid l’utilizzo di una nuova versione dell’Occhio di Falco, quello che ci ha accompagnati negli ultimi 15 anni di tennis. La tecnologia usata, rispetto al solito, è però un’altra: si chiama Foxtenn e ha delle differenze importanti rispetto a Hawk Eye.

Già particolarmente utilizzata in diversi tornei ATP e WTA (un esempio recente è quello di Acapulco), Foxtenn è risultata essere la sola tecnologia autorizzata all’utilizzo sul mattone tritato. Omologato da ATP, WTA, ITF e dai quattro Slam, è stato usato lo scorso anno già in Fed Cup (Paesi Bassi-Bielorussia).

Il sistema di Foxtenn si basa su raccordo di 40 telecamere situate a livello del suolo, che catturano il punto di rimbalzo esatto della pallina con 3000 immagini al secondo. Il tentativo è quello di ridurre notevolmente il margine di errore, che è dichiarato di un millimetro in questa fattispecie.

Quello che cerca di risolvere questa nuova (ma non troppo, dal moment che è già in uso in più di 30 tornei) via per il controllo elettronico delle palline è l’annoso dilemma del segno della pallina sul rosso: può infatti succedere che, a causa del sollevamento della terra provocato dal rimbalzo, una palla appena fuori sia chiamata dentro perché non c’è spazio tra segno e riga, ma può anche accadere il contrario a seconda di traiettorie e tutto ciò che ne consegue. Va ricordato che il tradizionale Hawk Eye si basa non sul rimbalzo reale, ma su una stima derivata dall’incrocio dei dati che arrivano dalle varie telecamere disposte in campo. Il margine di errore medio è di 3.6 millimetri, come dichiarato dallo stesso sito ufficiale del Falco originale.

C’è stato anche un ulteriore esempio recente di uso di questo nuovo sistema, e cioè a Charleston. Questo è l’unico torneo che ancora utilizza la terra verde, il cosiddetto har-tru che è ormai un’esclusiva del WTA 500 che segue, normalmente, sia Indian Wells che Miami (quest’anno soltanto il secondo, visto che del primo ancora è ignoto il destino).

Foto: Jimmie48 Photography / Shutterstock.com

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