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Biathlon

“Tiril Eckhoff appartiene a una specie in via d’estinzione. Bø vs Lægreid? Decide il vento!” ‘Bersaglio Mobile’ con René Laurent Vuillermoz

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La Coppa del Mondo di biathlon ha archiviato la penultima tappa stagionale. In campo maschile infuria la lotta per la conquista della Sfera di cristallo tra Johannes Bø e Sturla Holm Lægreid, in quanto i due norvegesi sono separati da soli 7 punti. Invece fra le donne Tiril Eckhoff ha chiuso matematicamente la partita con tre gare d’anticipo, mettendo le mani sulla classifica generale per la prima volta in carriera. L’Italia può festeggiare complessivamente tre podi, arrivati con Lukas Hofer, Dorothea Wierer e la staffetta mista. Andiamo dunque ad analizzare in compagnia di René Laurent Vuillermoz quanto accaduto a Nove Mesto e cosa ci si può aspettare dall’ultimo appuntamento dell’inverno, previsto a Östersund.

René, partiamo dalla corsa alla Coppa del Mondo maschile. Nessuno avrebbe immaginato una lotta così serrata tra Johannes Bø e Sturla Holm Lægreid. Ti faccio due domande. Chi la vince? E tu per chi fai il tifo?
“Sta venendo fuori una bella battaglia. Inaspettata, ma davvero benaccetta e avvincente. Secondo me alla fine la Coppa andrà a casa di Johannes, perché il poligono di Östersund si adatta alle sue caratteristiche, essendo piuttosto facile. Infatti vi si arriva abbastanza riposati e, di conseguenza, è più semplice trovare lo zero. La variabile impazzita può essere rappresentata dal vento, perché se Eolo decidesse di fare il matto, allora le carte si rimescolerebbero. Personalmente preferirei che vincesse Lægreid, perché è un volto nuovo e sarebbe bello sorprendesse tutti quanti una volta di più. Certo, Bø è padrone del proprio destino e se non commetterà passi falsi difenderà il pettorale giallo. Comunque, mi auguro che si possa arrivare a domenica pomeriggio con la Coppa ancora in bilico, in maniera tale da goderci una mass start che vale l’intera stagione”.

Riguardo Sturla, hai una teoria riguardo il suo miglioramento che sarebbe ora di svelare a tutti.
“Va bene. Io sono convinto che l’assenza di pubblico sia un bene per tanti giovani. Senza spettatori c’è molta meno pressione e si può gestire in maniera diversa la gara. Correre in condizioni del genere comporta una tensione ben differente rispetto a quella della Coppa del Mondo come eravamo abituati a conoscerla. Occhio che può essere una fortuna per tante nuove leve, compresi i nostri Bionaz e Giacomel, perché si può accumulare in maniera più semplice un’esperienza ad altissimo livello che potrà tornare buona anche negli anni a venire, quando si spera si possa tornare ad avere gare a porte aperte”.

Invece, tra le donne, game set and match per Tiril Eckhoff che ha conquistato matematicamente la Coppa del Mondo con una tappa d’anticipo. Al di là dell’inseguimento, durante il quale ha letteralmente sorvolato le avversarie, personalmente penso che l’ultimo giro della sprint sarebbe da far vedere a tante ragazzine. La cattiveria con cui ha voluto andare a prendersi la vittoria è qualità sempre più rara.
“Indipendentemente dai miglioramenti effettuati al poligono, sicuramente l’attitudine che ha Tiril in gara è sempre più fuori dal comune. Parlo della voglia di andare oltre i propri limiti, di fare tanta fatica, di soffrire e dare tutto ciò che si ha in corpo fino allo stremo delle forze. Purtroppo è una caratteristica in via d’estinzione. Non solo tra le ragazze, sia chiaro, ma anche fra i maschietti. Tra le nuove generazioni, questa grinta e questa cattiveria sono sempre più rare. Sinceramente, è un fatto che mi ha shockato da quando lavoro con i giovani. Vedo sempre meno furia agonistica e volontà di andare oltre al proprio limite. Questo significa che il futuro degli sport di fatica è segnato, nel senso che chi sarà dotato di queste qualità, potrà fare maggiormente la differenza rispetto a tutti gli altri”

Torniamo sugli uomini. Va bene Bø e Lægreid, ma il grande protagonista del weekend è stato Quentin Fillon Maillet. Certo che rischia di essere ricordato come uno dei più grandi incompiuti nella storia della disciplina. D’accordo, ha ancora diversi anni di fronte a sé per ottenere successi pesanti, però al momento è un atleta che ha vinto molto meno in rapporto alle proprie potenzialità.
“Sai che non sono d’accordo nel definirlo un incompiuto? Dopotutto ha ottenuto 6 vittorie e 34 podi, chiudendo per due volte terzo la classifica generale, dove può occupare la stessa posizione anche quest’anno. Chiamare ‘incompiuto’ un atleta di questo profilo mi sembra esagerato, considerando che si è trovato a condividere la pista con veri e propri fenomeni. D’accordo, gli manca ancora una medaglia d’oro, ma il suo palmares non è mica noccioline! Personalmente sono convinto che gli farebbe bene essere un po’ più estroso, mi pare troppo perfezionista e ogni tanto questa caratteristica gli si ritorce contro”.

Passiamo all’Italia. FINALMENTE il podio per Lukas Hofer!
“Era ora! È riuscito a fare ciò di cui aveva bisogno per entrare fra i primi tre. Sono contento, se lo merita tutto perché è un serio professionista. Peccato però che per lui certi risultati arrivino sempre a marzo. Se invece fosse in grado di arpionare qualche podio anche a dicembre o gennaio, il suo inverno potrebbe cambiare drasticamente. Infatti con un top-three nella parte iniziale della stagione, si toglierebbe un grosso peso dalle spalle e non avrebbe la smania ossessiva di cercare sempre un piazzamento fra i primi tre. In questo modo si genererebbe un circolo virtuoso, poiché gareggiando con l’animo più leggero potrebbero arrivare ulteriori risultati di peso già prima della grande manifestazione stagionale”.

Non ti chiedo niente su Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi, perché saremmo ripetitivi. Però una domanda sul settore femminile te la voglio fare. Alla luce del livello espresso dalle nostre seconde linee di Coppa del Mondo e considerati i recenti risultati di Rebecca Passler, non sarebbe il caso di portarla a Östersund come terza donna?
“Sicuramente, sulla base di quanto ha fatto ai Mondiali junior e nella tappa di Ibu Cup di Obertilliach, Rebecca Passler si sarebbe meritata di fare il suo esordio in Coppa del Mondo. Non è successo ed è un peccato. A mio modo di vedere sarebbe stato un bel premio per lei e un segnale importante per tutto l’ambiente. Primo perché avrebbe fatto suonare una sveglia per chi gareggia al piano superiore, ma soprattutto perché sarebbe stato uno stimolo per le giovani impegnate in Ibu Cup, in quanto avrebbero avuto la dimostrazione che fare bene a livello cadetto può aprire le porte del circuito maggiore”.

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Foto: La Presse

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