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Ciclismo

Tirreno-Adriatico, Matteo Fabbro unica luce per l’Italia

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Matteo Fabbro sta emergendo come il miglior italiano nella Tirreno-Adriatico dominata dai nuovi fenomeni del ciclismo mondiale. L’azzurro classe 1995, sgrezzato dal Team Friuli, una delle migliori squadre U23 del Bel Paese, e oggi in forza alla Bora-Hansgrohe, al momento siede al quinto posto in classifica generale. Un risultato decisamente sorprendente e dati i trentasei secondi di vantaggio su Wellens sesto, Matteo può realmente pensare di mantenere la top-5 anche dopo la crono dell’ultimo giorno.

L’azzurro si presentava al via della Tirreno-Adriatico forte di un bell’undicesimo posto al GP Industria & Artigianato, ma era comunque difficile se non impossibile immaginare che sarebbe stato capace di esprimersi a certi livelli. A Prati di Tivo Matteo è giunto settimo, a 42″ dal vincitore Pogacar. Durante la scalata dell’erta appenninica, il portacolori della Bora-Hansgrohe si è levato lo sfizio di lasciarsi alle spalle nomi del calibro di Wout Van Aert, Jakob Fuglsang ed Egan Bernal.

E’ nell’odierna Castellalto-Castelfidardo, però, che l’azzurro ha dato il meglio di sé. In una frazione dura, caratterizzata da quei muri che già l’anno scorso aveva fatto intendere di gradire, Matteo s’è battuto a viso aperto con il gotha del ciclismo mondiale. La gara, funestata dalla pioggia, si è infiammata già a settanta chilometri dall’arrivo.

Diversi grandi nomi, da Julian Alaphilippe a Sergio Higuita, passando per Nairo Quintana, Geraint Thomas e Jakob Fuglsang, sono andati in crisi. Chi perché ha sofferto la giornata da leoni, chi perché si è alimentato o coperto male. Fabbro, invece, si è difeso in modo egregio, da vero guerriero, ed è riuscito a concludere la frazione al decimo posto, a 2’45” dal marziano Mathieu van der Poel.

Fabbro è prossimo ai ventisei anni e per lui è arrivato il momento di diventare uno dei leader della Bora-Hansgrohe. Sin da giovane, Matteo ha dimostrato di essere capace di toccare picchi eccellenti in salita, ma, allo stesso tempo, ha sempre palesato qualche difetto in quanto a continuità. Se riuscirà a diventare costante nell’arco delle tre settimane, allora, in un futuro anche prossimo, potrà diventare un uomo da top-10 nei grandi giri.

Foto: Lapresse

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