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NBA, Gregg Popovich: “Becky Hammon ha fatto la storia? Per me è normale, ma nel nostro mondo non lo è…”

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Nell’ultimo giorno del 2020, in NBA, qualcosa di unico è accaduto: a 3’54” dalla fine del secondo quarto della partita tra Los Angeles Lakers e San Antonio Spurs, il coach della formazione texana Gregg Popovich è stato espulso.

Abbandonando il campo, il segnale è stato inequivocabile: “Adesso pensaci tu“. L’interessata era Rebecca Lynn Hammon, nota come Becky Hammon, una leggenda della WNBA e dal 2014 nello staff dello stesso Popovich. Una vita con la palla a spicchi in mano per lei, sei volte All Star della WNBA, lodata da tutti per il ruolo di guida nel match citato.

Un messaggio colto da tanti come una rappresentazione di integrazione e di rispetto della posizione delle donne in una realtà fin troppo chiusa. Tuttavia, a fornire una chiave di lettura priva di questa esaltazione mediatica è stato lo stesso Popovich: “Non ho voluto Becky nel mio staff per fare la storia: se l’è meritato, perché non ci sono dubbi che possa allenare nella NBA. Il fatto che sia una donna dovrebbe essere irrilevante, ma purtroppo ancora non lo è“, le parole del coach degli Spurs (fonte: Ansa).

Per il tecnico di San Antonio quanto è avvenuto nella partita è all’insegna della normalità e del merito. L’eccezionalità data dal contesto esterno è solo per l’evidente discriminazione di genere che noi tutti conosciamo: “Che lei possa allenare non è una sorpresa, anche se ho visto che per molti lo è stata. Becky è bravissima, ha senza dubbio tutto ciò che serve per allenare nella Nba. Per me quindi non è davvero nulla di speciale: so quanto vale e so che ha davanti a sé un futuro davvero brillante. Arrivo a capire l’attenzione che ha ricevuto, per il fatto che è una donna. Dovrebbe essere totalmente irrilevante, ma nel nostro mondo non lo è, perché per tante donne è stato storicamente difficile arrivare ad ottenere certe posizioni. Per noi, però, è ‘business as usual’“, la chiosa di Popovich.

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Foto: LaPresse

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