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Biathlon

“Il biathlon italiano ha 5 uomini potenzialmente da top ten. È un fatto eccezionale!” ‘Bersaglio Mobile’ con Renè Laurent Vuillermoz

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La Coppa del Mondo di biathlon ha completato il suo secondo trittico stagionale che, come da tradizione, si è disputato nelle terre di lingua tedesca. Dopo le due tappe di Oberhof, nei giorni scorsi si è gareggiato ad Anterselva, dove si sono visti risultati diversi dal solito. In casa Italia si è sovente sfiorato il podio, che però non è mai arrivato. In ogni caso ci sono motivi per sorridere, soprattutto guardando al futuro. Ampliando lo sguardo agli orizzonti globali, l’impressione è che entrambe le Sfere di cristallo siano destinate a finire in Scandinavia. Andiamo dunque ad approfondire quanto accaduto in Alto Adige nella settima puntata della rubrica di analisi “Bersaglio Mobile”, tenuta in collaborazione con l’ex biathleta azzurro René Laurent Vuillermoz.

René, partiamo da una considerazione generale sulla tappa di Anterselva. In tanti mi hanno dato l’impressione di avere il fiatone. Solo una sensazione mia?
“Sono d’accordo con te, anche io ho visto tanta stanchezza. Quelle di Antholz sono state gare un po’ strane. Non abbiamo avuto risultati anomali, però al tempo stesso non sono state competizioni lineari. Secondo me, in questa stagione c’è molto più stress del solito e penso che le precauzioni contro il Covid-19 stiano gravando molto sui nervi degli atleti, aggiungendo un ulteriore peso psicologico. Siamo solo a metà inverno e tanta gente ha già cominciato a fare fatica. Mi chiedo in che condizioni si arriverà a fine anno! Per fortuna adesso arriva una pausa di due weekend”.

Passiamo a Dorothea Wierer. Nella corsa alla classifica generale ha rosicchiato qualcosina alle norvegesi, mentre ha sostanzialmente pareggiato con Öberg. Stesso esito di Oberhof II, però i punti di ritardo dalle tre scandinave restano più di 100. L’azzurra è ormai prossima ad abdicare, oppure c’è ancora qualche speranza?
“Diciamo che le speranze ci sono ancora, ma ormai sono ridotte al lumicino. Compressivamente, Dorothea sta facendo fatica. I Mondiali saranno il momento della verità. Attenzione però, il bilancio della sua stagione può cambiare da un momento all’altro proprio a Pokljuka. Se dovesse arrivare una medaglia d’oro, allora il suo inverno diventerebbe comunque indiscutibilmente positivo, qualunque sia il piazzamento finale in classifica generale”.

Ti rinnovo la domanda in merito a chi vedi favorita per la Sfera di cristallo. Tempo addietro indicasti Hanna Öberg. Resti con lei, oppure viri su una norvegese?
“Non cambio idea, per me la favorita resta Hanna Öberg e ti spiego perché. Al giorno d’oggi, la grande differenza viene fatta sul range time. Quindi non solo nella rapidità di esecuzione al poligono, ma soprattutto in ogni particolare che consente di arrivare in piazzola a tutta e di ripartire a tutta. Chi è veramente veloce sotto questo punto di vista, può guadagnare tanto nonostante gli errori. Öberg ha questa grande qualità e, al tempo stesso, riesce anche a essere piuttosto precisa. Per questa ragione, continuo a indicare lei come personalissima mia favorita. Non è detto che vinca, ma se avessi dovuto puntare un euro su qualcuna, l’avrei messo su di lei a Natale e lo rifarei oggi”.

Senti, a proposito di range time, che mi dici di Julia Simon? Questa ragazza è un’agonista incredibile, sembra una versione ancora acerba di Dorothea Wierer. Esagero?
“Julia è una di quelle che corrono sempre all’attacco, non solo al poligono, ma anche in pista. Non molla mai e per batterla devi farle la pelle. Le sue percentuali sono ancora troppo basse e deve sicuramente migliorare la propria precisione se vuole diventare una big a tutti gli effetti. Al momento è un’atleta da o tutto o niente, ma se in futuro dovesse trovare continuità di rendimento ci sarà da ridere, perché tutte le avversarie si troveranno a fronteggiare un grosso problema”.

Ecco, visto che mi citi la continuità di rendimento, non si può non parlare di Lisa Theresa Hauser. Cinque podi nelle ultime sei gare, compresa una vittoria. Lei è l’atleta che ha marcato più punti nel mese di gennaio. È sbocciata a 27 anni? Qual è il segreto del suo successo?
“È migliorata tecnicamente, scia meglio rispetto alle abitudini. Forse ha imparato a pattinare all’improvviso, o forse è aiutata da uno stato di forma superlativo che le ha permesso di sciare con più efficacia del solito. Vedremo se riuscirà a confermarsi anche nel proseguo della stagione, oppure se farà come Alimbekava, che dopo due/tre settimane clamorose è tornata nei ranghi”.

Capitolo Italia femminile. A parte Wierer vuoi segnalare qualcosa di particolare?
“La bella prova della staffetta. Andare a medaglia a Pokljuka sarà difficile, ma non impossibile, soprattutto se qualche nazione di vertice dovesse steccare. Non sono così convinto che il quartetto dei Mondiali sarà lo stesso di Anterselva, perché se Irene dovesse stare meglio, allora potrebbe essere preferita a Michela. Comunque, si deciderà in base ai risultati delle gare precedenti”.

Passiamo agli uomini. Johannes Bø domenica è sembrato svoltare, correndo con una cattiveria che non aveva ancora mostrato in questa stagione. Le batoste dei giorni precedenti gli hanno dato la scossa giusta per uscire dal torpore in cui era finito?
“Secondo me la staffetta di sabato gli ha fatto molto più male dell’individuale di venerdì. Credo che Emilien Jacquelin gli abbia fatto saltare la mosca al naso! Non so se Johannes abbia dato una svolta, dobbiamo aspettare i Mondiali per averne la certezza. Però, se da qui in poi dovesse dominare, sapremo qual è stato il momento esatto in cui qualcuno ha svegliato il can che dorme. Personalmente rimango convinto che sia un anno molto difficile da gestire dal punto di vista mentale e ci saranno parecchi passaggi a vuoto. Per certi versi può essere una stagione più divertente rispetto alle abitudini. Sembra la MotoGP dello scorso anno. Vincono in tanti, ma nessuno domina veramente”.

Chiudiamo con l’Italia, a te la parola sui due ragazzi del 2000, Didier Bionaz e Tommaso Giacomel, che ad Anterselva hanno brillato di luce propria.
“Sono tanta roba! Iniziano a confermarsi e la cosa non può che fare piacere. Finalmente abbiamo un gruppo maschile composto da un quintetto di altissimo livello. Bionaz ha faticato a Oberhof, ma è stato eccezionale ad Anterselva, a dimostrazione di come ogni località faccia storia a sé. Giacomel si è comportato nuovamente benissimo in staffetta. Sicuramente nel prossimo futuro il settore maschile può diventare quello forte. Tommaso sembra quello più esplosivo, da exploit clamorosi. Didier magari potrà essere più razionale e posato. Però, al di là di questo, la realtà è che abbiamo cinque atleti potenzialmente da top ten e questa è una realtà eccezionale”.

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Foto: La Presse

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