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Tennis, il 2020 della Sinner-Mania: una crescente esaltazione mediatica, ma l’altoatesino ha la testa per sostenerla

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Una nuova speranza. Il 2020 sta per salutarci e l’aspettativa è che l’anno che sta per arrivare, mai come stavolta, ci dia delle risposte diverse. Non serve fantasia nel descrivere quanto si sta chiudendo in maniera molto negativa e il protagonista ha le fattezze di qualcosa che non possiamo vedere.

Al di là delle considerazioni filosofiche sul Covid-19, ci sono aspetti lieti da analizzare e questi coincidono con Jannik Sinner. Come si suol dire: vincere è difficile, confermarsi lo è di più. Ebbene, il classe 2001 altoatesino ha dato tante risposte nel corso di un 2020 così difficile e particolare nel circuito ATP. Nonostante il giocare poco abbia rappresentato indubbiamente un fattore a suo sfavore per la necessità di fare esperienza e accumulare informazioni utili per la propria crescita, l’azzurrino ha dimostrato di imparare in fretta e non è un caso che la sua classifica ne abbia giovato, passando dal n.78 del mondo di inizio anno al n.37.

Un’ascesa frutto dei quarti di finale raggiunti nell’ATP di Rotterdam, degli ottavi a Roma, dei quarti al Roland Garros e del successo nell’ATP di Sofia contro il canadese Vasek Pospisil in finale. Una sequenza di risultati notevole valsa 19 vittorie e 11 sconfitte nella stagione agonistica, ma soprattutto la consapevolezza di potersela giocare contro chiunque, come in quel match parigino contro Rafael Nadal, il più impegnativo sostenuto dall’iberico nella sua marcia trionfale sul red carpet transalpino. Essere stato il più giovane italiano ad aggiudicarsi un torneo del circuito ATP inorgoglisce di certo.

I suoi risultati, come spesso accade, hanno rafforzato una figura mediatica, superiore a quella messa in mostra sui campi da gioco. Il desiderio di avere un tennista in grado di battagliare ai massimi livelli è molto e Jannik, ancor più di Matteo Berrettini (attuale n.10 del mondo), sembra avere quel qualcosa in più. Sono passati più di 40 anni dai tempi nei quali gli italiani potevano ambire a traguardi di alto profilo e l’ultimo successo di Adriano Panatta in uno Slam a Parigi è datato 1976.

Questo ha contribuito alla creazione della cosiddetta “Sinner-Mania”, un fenomeno social-mediatico nel quale qualunque cosa faccia o dica Jannik viene esaltato oltre ogni limite: dalle interviste in tv, passando per le nuove sponsorizzazioni e arrivando agli allenamenti ripresi sui social. Questo potrebbe avere delle ripercussioni sugli equilibri del classe 2001 altoatesino? Non dovrebbe, per la qualità migliore mostrata dal giocatore, ovvero la testa. Serve, infatti, una mente speciale per gestire questa pressione, ma come spesso ha affermato il ragazzo allenato da Riccardo Piatti è lui stesso ad aspettarsi qualcosa di più ogni giorno e pertanto tutto quello che ruota attorno finisce per avere un’importanza assai limitata.

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Foto: LaPresse  

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