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Formula 1

Mercedes e Hamilton hanno cannibalizzato la F1. Spettacolo e suspense assenti, i giovani si allontanano. Rivoluzione tardiva nel 2022

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Che noia, che barba, che barba, che noia!“. Un celebre monologo che suscitava ilarità, in questo caso descrive una situazione di reale stagnazione. L’era dei motori ibridi in F1, iniziata nel 2014, ha consacrato la Mercedes quale dominatrice assoluta in questi lunghi 7 anni: dal 2014 questo marchio è stato posto sia per i titoli piloti che per quelli costruttori e l’aggiornamento della serie vincente è destinato a continuare.

I regolamenti tecnici, che nel 2021 rimarranno simili, consentiranno verosimilmente alla Stella a tre punte di aggiudicarsi nuove vittore. Un dominio sancito da 102 successi in 137 gare: più del 74% delle vittorie nei singoli GP ottenute nelle ultime sette stagioni. Un numero elevatissimo se si considera Lewis Hamilton con 74 centri sotto l’insegna tedesca e 95 nel totale, senza contare il primato delle pole (98).

Inutile negare che la coppia d’oro dell’automobilismo moderno abbia reso scontato qualunque cosa, abbassando di molto interesse. Colpa dei rivali, non in grado di lavorare come il team anglo-teutonico dal punto di vista tecnico e politico. Nei fatti Mercedes i conti ha saputo sempre farli e il rinvio della rivoluzione tecnica al 2022, resa anche necessaria per questioni Covid, viene in favore della conservazione dello status quo argentato.

I numeri, dunque, sono impietosi e il livello di suspense e di incertezza è ben al di sotto del livello di normalità. Certo, non è la prima volta che nella storia della F1 si assiste a un’egemonia, ma mai questa era stata tanto durata. Pertanto, quello che accadrà tra un paio d’anni ha un po’ il sapore della “speranza” piuttosto che del cambiamento. Una necessità di rimescolare le carte tale da attirare non soltanto gli appassionati, ma anche i meno esperti e gustarsi con passione la gara senza poter annotare l’esito della corsa già prima di vedere le macchine in pista.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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