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Sci di fondo: Francesco De Fabiani, ora o mai più. Talento intermittente alla ricerca di continuità

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La stagione 2020-2021 potrebbe risultare cruciale per la carriera di Francesco De Fabiani, grande talento ancora non completamente espresso. Nei prossimi mesi il ventisettenne di Gressoney Saint Jean avrà una ghiotta occasione di fronte a sé, in quanto il contesto di gara dei Mondiali di Oberstdorf dovrebbe essergli particolarmente favorevole. Resta da capire se, davvero, il valdostano riuscirà a innescare le sue qualità nel momento giusto, cosa che sinora è raramente stato in grado di fare.

De Fabiani suscitò grande entusiasmo nel marzo del 2015 quando, a neppure 22 anni, si impose nella 15 km in alternato con partenza a intervalli di Lahti. Si trattò di un risultato sensazionale, poiché in precedenza solamente altri due italiani avevano primeggiato in prove di distanza contro il cronometro in tecnica classica, nientemeno che Marco Albarello e Silvio Fauner. L’accaduto generò euforia persino tra gli stessi addetti ai lavori, tanto che qualcuno si spinse ad affibbiargli l’impegnativo nomignolo di “Dario Cologna italiano”. In pochi analizzarono con imparzialità lo sviluppo della competizione, durante la quale il valdostano fu favorito da una serie di circostanze amiche, a cominciare da materiali decisamente sopra la media, uniti alla possibilità di sfruttare la cooperazione di Lukas Bauer per due terzi della distanza. Dunque un’affermazione legittima, ma al tempo stesso propiziata dalla buona sorte.

Si creò subito una pressione esagerata attorno a Francesco, le cui caratteristiche vennero peraltro fraintese. Le gare contro il cronometro certificavano il gran “motore” di cui era dotato, ma al tempo stesso non erano il suo terreno di caccia preferito. Con il passare del tempo, è diventando evidente come le prove più adatte al DeFa fossero quelle in linea. È proprio nelle mass start che l’alpino di Gressoney Saint Jean ha dato il meglio di sé. Nel corso degli anni De Fabiani, quasi affardellato da quella precoce vittoria che ancora oggi non è più stata replicata, ha intrapreso un progressivo percorso di crescita che nella stagione 2018-2019 sembrava ormai prossimo al compimento. Due inverni orsono, il valdostano ha chiuso tra i primi dieci sia il Tour de Ski che la classifica generale di Coppa del Mondo, arpionando inoltre la medaglia di bronzo iridata nella sprint a coppie assieme a Federico Pellegrino. Peraltro, proprio ai Mondiali di Seefeld, una gestione strategica più accorta nelle batterie gli avrebbe probabilmente permesso di giocarsi le sue chance per il podio anche nella sprint individuale. Si riteneva, quindi, che il 2019-2020 potesse essere l’anno della consacrazione. Invece Francesco ha faticato ben più del previsto a causa di un mix di difficoltà fisiche e psicologiche, che gli hanno impedito di esprimersi su livelli d’eccellenza.

C’è quindi grande incertezza attorno alle prospettive per il 2020-2021, perché non è chiaro cosa ci si possa aspettare da DeFa. Vuoi perché la situazione mondiale è quella che è, vuoi perché il ventisettenne valdostano è davvero indecifrabile. Cionondimeno c’è un dato di fatto incontrovertibile, ovvero il suo grande feeling con Oberstdorf, soprattutto perché anche durante la sofferta annata 2019-2020, la location bavarese è stata teatro di uno dei rari sprazzi di luce.

Storicamente le nevi dell’Allgäu, dove sono in programma i Mondiali 2021, hanno visto De Fabiani esprimersi magnificamente. Lo dimostra il fatto che ben tre dei suoi otto podi in gare di primo livello siano arrivati proprio da queste parti, peraltro in tre differenti inverni. Come scriveva Agatha Christie, “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Insomma, il valdostano e Oberstdorf si intendono a meraviglia. Alla luce di queste premesse, sarebbe davvero un peccato sciupare l’occasione di poter andare alla caccia delle medaglie iridate in un contesto storicamente favorevole. Per questa ragione la speranza è che Francesco riesca a trovare un picco di rendimento proprio tra fine febbraio e inizio marzo, allo scopo di giocarsi al meglio le proprie chance.

Alla luce delle caratteristiche dell’atleta, è evidente come le maggiori possibilità di podio possano essere concentrate su due gare: lo skiathlon di sabato 27 febbraio e la 50 km a tecnica classica di domenica 7 marzo. È vero, il chilometraggio è elevato, poiché De Fabiani sinora ha dato il meglio di sé sui 15 km. Cionondimeno, in passato non sono mancate le buone performance anche su distanze più lunghe. Una competizione tattica, dove gli atleti si studiano, potrebbe essere l’ideale per arrivare ancorato ai migliori nelle fasi decisive della prova, dove il valdostano potrebbe tirare una delle sue proverbiali rasoiate, allo scopo di anticipare la volata e scremare con decisione il gruppo. Per riuscirci davvero occorrerà essere al top della forma psico-fisica. Viene da dire “ora o mai più”, perché Oberstdorf 2021 è davvero l’occasione della vita per Francesco, che magari, grazie a una medaglia individuale, potrebbe guadagnare nuova consapevolezza di sé e sbocciare definitivamente.

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Foto: La Presse

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