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Biathlon, analisi prima tappa Kontiolahti 2020: tante luci e poche ombre, i big sono già tutti pronti

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Sono passati otto mesi dall’ultimo atto mozzafiato della passata stagione di biathlon. Una giornata di inseguimenti a Kontiolahti a dir poco pazzesca, con l’addio vincente di Martin Fourcade nel giorno della consacrazione di Johannes Boe e la battaglia infinita tra Dorothea Wierer e Tiril Eckhoff terminata come tutti ricordiamo. La Coppa del mondo 2020/2021 è ripartita questo fine settimana sulle stesse nevi finlandesi e, nonostante tutto quello che è accaduto nel mezzo, abbiamo ritrovato gli stessi protagonisti.

In campo maschile il detentore della Sfera di Cristallo ha iniziato con qualche incertezza di troppo nel rilascio colpi della 20km, elemento che alla fine gli è costato la vittoria a favore dell’incredibile Sturla Holm Laegreid. Nel suo format preferito però, la sprint, il giorno dopo ha saputo letteralmente fare il vuoto e ha ristabilito le gerarchie a voce altissima. Ci sono stati alcuni avversari che in un modo o nell’altro hanno provato a dare fastidio a Boe, in particolare sono saltate all’occhio le prestazioni dello svedese Sebastian Samuelsson e del francese Emilien Jacquelin, anche se qualche errore di troppo ha impedito ad entrambi di potersela giocare per davvero.

La condizione di chi ha potuto preparare questo inizio di stagione sulla neve, in particolare il team svedese, ha creato un gap enorme in termini di prestazioni rispetto agli avversari, rimasti invece frenati dagli eventi e dunque in ritardo di condizione. Sotto quest’occhio è giusto valutare le prove della Svezia, sia in campo maschile che in quello femminile, presentatasi a Kontiolahti pronta a giocare il ruolo di team più pronto di tutti. È arrivato il podio anche per Martin Ponsiluoma, bravissimo a trovare lo zero al momento giusto nella sprint, e quello di un Erik Lesser emerso prepotentemente nel quinto giro della 20km, palesando essere il tedesco ampiamente più in condizione anche a fronte delle grandi difficoltà di Benedikt Doll e Johannes Kuehn.

Molto bene anche l’Italia, su cui c’erano grossi dubbi dopo una preparazione tutt’altro che lineare. E invece i veterani di punta hanno risposto più che presente. Lukas Hofer ha disputato due buone gare, soprattutto sugli sci, e da qui a Natale non potrà che migliorare ancora e diventare sempre più pericoloso sulla gara singola. Il ventenne Didier Bionaz ha dato tutto nella 20km salvo poi pagare la fatica ieri nella sprint, ma il suo posto in Coppa del mondo pare sempre più definitivo, meritato e intoccabile.

E poi c’è lei, come sempre. La regina del biathlon. Dorothea Wierer, che è più forte dei problemi, che è più forte di una Denise Herrmann perfetta, che è la più forte di tutte nella 15km e regala al team azzurro l’ennesima vittoria, la dodicesima della carriera e la quinta in quello che è il format forse più odiato ma anche quello in cui l’altoatesina riesce a fare la differenza, come testimoniano le cinque affermazioni. La condizione non è al massimo, lo sa lei e lo sappiamo noi, ma Dorothea riesce sempre a trovare quel qualcosa in più per rendere speciale ogni weekend. Restando in casa Italia abbiamo visto una Lisa Vittozzi in pessima condizione sugli sci, anche se era ampiamente previsto dopo il covid che l’ha colpita un mese fa. La sappadina ha trovato davanti a sé un altro muro psicologico nel primo poligono della 15km, ma è stata molto brava a recuperare mentalmente e stampare lo shootout nella sprint di ieri per avviare il resto della stagione sotto buoni auspici.

Nel frattempo chi si è presa la scena è stata la svedese Hanna Oeberg, aiutata dallo stato di forma di tutto il team ma capace di portare sul tracciato una prova di rara dominanza nella sprint domenicale. La classe 1996 è abituata a crescere nel corso dell’inverno e se queste sono le premesse le avversarie sono avvisate. Bene anche Marte Røiseland, che rialza la testa dopo una brutta (e non è una novità) individuale, col secondo posto di ieri. Chiaroscuri per la sopracitata Herrmann, perché ha tanto brillato nei poligoni in piedi del sabato quanto ha invece fallito il giorno successivo. La costanza al tiro non sarà mai la forza dell’ex fondista sassone ma ieri è stata certamente persa un’occasione importante per racimolare punti.

Le delusioni sono state effettivamente poche. Quentin Fillon Maillet non ha il livello sugli sci al quale siamo abituati ma ha saputo gestirsi molto bene al poligono, mentre certamente i norvegesi Tarjei Boe e Tiril Eckhoff si sono già giocati un paio di importanti jolly che sarà difficile riavere indietro.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: LaPresse

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