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Ciclismo

Tour de France 2020: Michal Kwiatkowski, Richard Carapaz e quell’abbraccio che riscatta la Ineos. Anche la corazzata britannica è umana

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17 settembre 2020, diciottesima tappa del 107° Tour de France. Segnatevi questo giorno, perchè oggi abbiamo assistito ad una delle vittorie più belle, più pure ed emozionanti di tutta la storia del ciclismo moderno. Un’immagine difficile da immaginare in una battaglia così infernale com’è la Grande Boucle; dove si lotta vis a vis per prendersi ad ogni costo una vittoria di tappa, dove all’ultimo chilometro il corridore si trasforma e diventa un supereroe. Oggi non è accaduto nulla di tutto ciò. Oggi ha prevalso l’uomo, l’amico fedele, non l’ex campione del mondo Michal Kwiatkowski o il vincitore del Giro 2019 Richard Carapaz.

Oggi è arrivato per primo Michal, oggi Richard ha indossato la maglia a pois, ma nulla di tutto questo conta quanto l‘abbraccio che li ha resi protagonisti del traguardo odierno, e in cui si racchiude tutta la Ineos Grenadiers e la sua immensa umanità esplosa dopo giorni tremendamente difficili. Quella stessa squadra sempre apparsa a tratti robotica, comandata, fredda, e che oggi si è lasciata andare mostrando per la prima volta il suo lato più debole. Quello di un’amara sconfitta ancora da digerire. Niente più watt, dati, mappe, e ritmi sfrenati in testa al gruppo. Quest’anno la corazzata inglese ha vissuto la parte più dura della corsa, quella della difficoltà di chi è stato costretto ad inseguire, di chi aveva con sé il vincitore uscente, Egan Bernal, che si è ritrovato a dover alzare bandiera bianca. E così la Ineos ha dovuto curare le ferite al suo giovane capitano, sino al ritiro di ieri.

“Divertitevi”, queste sono state le ultime parole del colombiano prima di lasciare la Francia ma soprattutto la sua squadra, i suoi fedeli scudieri. E quella volontà di godersi la corsa si è trasformata nel sogno di regalare al loro capitano un segno di riconoscimento nei suoi confronti, e ripagare tutta quella immane difficoltà che ci aveva messo per onorare la sua corsa stringendo i denti per non sentire il dolore della sconfitta che si avvicinava giorno dopo giorno. Così ieri ci ha pensato Carapaz, ma il suo tentativo è stato subito vanificato. Ci ha dunque riprovato oggi, e con lui è arrivato in supporto Kwiatkowski. La grinta, la sete di rivincita, la voglia di cancellare, perlomeno in parte, un Tour così amaro, di far veder a tutti quanti che l’abbandono di Bernal non è riuscito a scalfire la loro potenza, hanno prevalso su 16 tappe da dimenticare e su macigni e macigni fatti di momenti NO.

Oggi questo peso è stato cancellato da un attacco dettato soltanto dal sentimento che lega una squadra. Una squadra sì di campioni, ma in primis una squadra fatta di uomini, di amici uniti sempre e comunque; nella buona e nella cattiva sorte. E la sintesi di tutto ciò si racchiude negli occhi, nei sorrisi, nelle mani strette l’uno con l’altro, di Michal e Richard, belli, bellissimi nella loro rincorsa verso La Roche-sur-Foron; che si sono battuti al posto del loro amico Egan, mettendo in campo tutta la loro forza al posto suo, rispettando la volontà del colombiano, e regalandogli un momento di felicità e di spensieratezza che sicuramente stamperà nella sua mente quelle volte in cui si troverà nuovamente in difficoltà, e capirà che anche un grande supereroe come lui ha sempre e comunque il diritto di essere umano.

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Foto: Lapresse

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