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Pattinaggio artistico a rotelle: il creativo Luis E. Perez a Figure2u: “La ricerca costante è la chiave per il successo”

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Dedizione, impegno, costanza, passione e tanta, tantissima ricerca. Sono questi gli ingredienti che hanno spinto Luis E. Perez a diventare una delle personalità più influenti nel mondo del pattinaggio artistico a rotelle; il celebre coreografo e allenatore argentino ha infatti girato in lungo e in largo per il mondo catturando l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori con programmi convincenti ed emozionanti, in un percorso lungo, pieno di ostacoli e insidie raccontato in esclusiva a Figure2u, la rubrica di approfondimento sulla disciplina a cura di Franco Culcasi in onda su Sport2u, la webtv di OA Sport.

Un cammino, quello del coach, iniziato nella sua terra madre, negli ultimi anni sempre più protagonista nella scena rotellistica internazionale: “In generale in tutto il Sud America sta crescendo molto. Abbiamo molta dedizione al lavoro, le nostre culture, le condizioni sono diverse rispetto al Portogallo o all’Italia. L’Argentina si trova molto lontana, alla fine del mondo, i collegamenti sono lunghi e complicati. Questo è un fattore che cambia tantissimo“. Non solo le distanze, anche da un punto di vista prettamente economico le spese di routine sono certamente più esose: “Un treno di ruote costa il doppio rispetto che all’Italia. Gli stipendi sono nettamente inferiori rispetto a quelli europei. L’Argentina è un paese molto costoso. Per comprare un biglietto aereo ho dovuto sudare per anni, nel frattempo ho studiato e lavorato come cameriere”.

Una formazione professionale molto importante quella dell’argentino che, oltre a concludere i suoi studi con una laurea in Relazioni Pubbliche, ha fissato le fondamenta del suo credo artistico seguendo mostri sacri del passato, come gli statunitensi Greg Goody e Jody Viola o Jane Butera, quest’ultima nota per la sua attenzione nel bridge, nel concetto di presa nelle coppie di danza: “Molto importante per pattinare in coppia il bridge. La generazione dei maestri americani aveva un approccio alla coppia che adesso manca un po’: le coppie venivano costruite in modo da risultare più fluide e scorrevoli rispetto ad adesso. Pochi allenatori oggi riescono a fare emergere questa peculiarità“.

Ma più che un coreografo, l’argentino ama definirsi creativo: “Il coreografo studia nelle Accademie delle arti, io mi sento un creativo che utilizza il movimento e la musica come mezzo espressivo. Penso di essere un allenatore che crea attraverso il movimento e la musica utilizzando lo spazio, tre concetti per me fondamentali”. Uno studio incentrato dunque sul movimento, ispirato anche dagli scritti del ballerino Alfredo Gurquel: “Un vero maestro. Ha sviluppato una tecnica di movimento che si fonda sull’allungamento dinamico. Queste forze che intervengono per me sono la chiave per arrivare al gesto, all’elemento, ma anche per trasmettere le emozioni. Il movimento parte da noi. Non è solo una roba meccanica. Penso che il pattinaggio per tanti anni sia stato in questo senso indietro, mi piace il Rollart perché finalmente sposta la nostra attenzione al futuro“.

La nuova modalità di giudizio è stata quindi accolta con enorme consenso da Perez, anche in tempi non sospetti: “All’inizio erano tutti preoccupati dal nuovo sistema. Adesso è cambiata tutta la prospettiva, il modo di affrontare l’allenamento. Il pattinaggio sta uscendo fuori, cercando di creare un unico discorso, senza più programmi spezzati“. Ma come ci si approccia a una disciplina come il pattinaggio, in un paese come l’Argentina, lontana dagli esempi virtuosi europei? “Chiaramente si pattina di più in Europa, noi siamo lontani. L’Italia tanti anni fa voleva conquistare risultati con la danza, quindi ha invitato gli americani, allora leader indiscussi, in Italia per incontri e stage. Noi abbiamo invitato allenatori italiani bravissimi per iniziare questa strada (Non per nulla recentemente Massimo Giraldi è stato CT Della Nazionale), ma non possiamo farli trasferire qui. Quindi abbiamo dovuto creare un nostro contesto per innalzare il livello. La ricerca costante è la chiave per il successo“.

Giselle Soler e Daniel Arriola sono solo alcuni dei tanti volti noti con cui a lavorato Luis E. Perez che, in conclusione, ha posto l’accento sul rapporto tra coreografo, in questo caso creativo, e atleta: “Non vado mai in pista e creo dal nulla. Io devo conoscere l’atleta, devo parlarci. Non posso fare una coreografia a qualcuno che non conosco. Il mio lavoro è come quello di un artigiano; la relazione è molto importante. Montare una coreografia è un dialogo costante, un confronto continuo tra atleta, creativo e l’allenatore, relazione vitale per realizzare un programma vincente“.

LUIS E. PEREZ A FIGURE2U


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Foto: Luis E. Perez

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