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MotoGP, Joan Mir è il vero favorito del Mondiale? Sempre al traguardo nella top5. E la Suzuki è solida su tutte le piste…

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Il Gran Premio di Emilia Romagna sancisce definitivamente come Joan Mir possa essere considerato un serio candidato al Titolo Mondiale 2020 di MotoGP. Lo spagnolo della Suzuki ha infatti concluso in seconda posizione, mettendo in mostra una continuità di rendimento al di fuori dal comune in questa pazza stagione. Viene da chiedersi se non possa addirittura essere considerato il favorito per la conquista dell’Iride, soprattutto alla luce dei connotati della moto della Casa di Hamamatsu.

Non a caso, nei giorni scorsi Fabio Quartararo ha dato alla GSX-RR l’appellativo di “moto perfetta”, affermando che è priva di punti deboli ed è efficace su tutte le piste, soprattutto perché è capace di assecondare al meglio le nuove gomme Michelin, le quali invece stanno dando parecchi grattacapi a tanti team di vertice. Mir si è sentito in dovere di rispondere a queste dichiarazioni, esternate quasi per spostare su di lui la pressione data dai favori del pronostico, ricordando come sinora il mezzo più vincente sia invece la Yamaha. La realtà dei fatti è che hanno ragione entrambi. La M1 è sicuramente la moto con più successi, ma al tempo stesso la GSX-RR è l’unica due ruote a essersi dimostrata competitiva su tutti i tracciati affrontati sinora.

The Miracle ha cominciato la stagione in maniera complicata, con due ritiri nelle prime tre gare, ma quando ha visto la bandiera a scacchi si è sempre classificato tra i primi cinque. Peraltro, dopo il GP di Emilia Romagna, il ventitreenne maiorchino può vantarsi di essere l’unico centauro ad avere in carniere cinque piazzamenti nella top-five. È vero, non ha mai vinto, ma nel secondo appuntamento disputato a Spielberg avrebbe verosimilmente trionfato se non fosse stata esposta la bandiera rossa a causa dell’incidente di Maverick Viñales. In altre parole, l’iberico potrebbe essere addirittura al comando della classifica generale.

Al di là della versatilità della Suzuki, attenzione a non sottovalutare le qualità del pilota Mir. Nel 2016, all’esordio assoluto in Moto3, ha messo in ombra il compagno di squadra, un certo Fabio Quartararo, nonostante questi avesse una stagione di esperienza in più nella categoria sulle spalle. Inoltre Joan sa come si vincono i Mondiali, perché nel 2017 si è laureato Campione proprio della Moto3, attirando immediatamente le attenzioni di molte Case ufficiali della MotoGP. La stessa Honda HRC si era interessata al ragazzo, facendogli firmare un pre-contratto in vista del 2019 e individuando in lui la prima scelta per la sostituzione, all’epoca ancora eventuale, di Daniel Pedrosa. Tuttavia nella primavera del 2018 la Suzuki ha giocato d’anticipo, bruciando HRC e accaparrandosi i servigi del giovane spagnolo, che dopo un’annata di apprendistato nella classe regina ora sta esprimendo tutto il suo potenziale.

Il ventitreenne di Palma de Maiorca può quindi essere considerato un serio pretendente al Titolo. Ci sono però due incognite su questa candidatura. La prima è rappresentata dalla capacità di gestire la pressione dei favori del pronostico. Sinora The Miracle non era certo indicato come un potenziale vincitore del Mondiale, ma già da settimana prossima avrà molti più riflettori puntati addosso. In tal senso il problema potrebbe essere relativo, poiché in realtà, alla luce di esperienza accumulata e aspettative, i vari Dovizioso, Viñales e Quartararo avranno addosso comunque un carico di responsabilità maggiore.

La seconda, e più concreta incognita sulle effettive possibilità di laurearsi Campione, riguarda la velocità sul giro secco. Finora Mir in qualifica ha sovente faticato, in quanto raramente è riuscito a trovare una posizione di partenza favorevole. Oggi, per esempio, ha dovuto dire addio a qualsiasi velleità di vittoria proprio a causa del fatto di essere partito dalla quarta fila. È proprio questa la Spada di Damocle più affilata sulla testa di Joan, che dovrà cercare di crescere di livello il sabato, allo scopo di essere ancora più competitivo la domenica. Considerati i crismi del centauro maiorchino e le qualità della GSX-RR, la chance di laurearsi Campione del Mondo è effettivamente concreta. Peraltro, nell’ultima annata “senza padrone” della classe regina, ovvero quella del 2000, non bisogna dimenticare come fu proprio un pilota della Suzuki a vincere il titolo…

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Foto: Shutterstock

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