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Ciclismo

‘Le Tour du directeur’: la pretattica di Roglic; nessuno come la Colombia; domani Nizzolo può farcela

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PRIMOZ ROGLIC STA BENE: TANTA PRETATTICA PRIMA DEL TOUR

Sino a quattro giorni prima della partenza, Primoz Roglic dichiarava di non essere sicuro di prendere parte alla Grande Boucle e che il processo di guarigione dalla caduta al Delfinato procedeva più lento del previsto. Si vociferava addirittura di una clamorosa virata verso il Giro d’Italia. Alla prova dei fatti si è trattato di un depistaggio ben riuscito, tutta pretattica per infondere ombre negli avversari. Dopo oggi i dubbi sono stati spazzati via dalle certezze. Il classe 1989 è stato assolutamente padrone della situazione, scortato egregiamente da una Jumbo-Visma straordinaria. Ha chiuso con irrisoria facilità sull’allungo di Martin, poi in volata ha dato sfoggio di potenza ed esplosività, annichilendo la concorrenza. Se qualcuno nutre dubbi sulla tenuta di Roglic nella terza settimana, occorre allora ricordarsi di come aveva dominato in scioltezza le ultime tappe della Vuelta 2019, amministrando senza prendere rischi. Nella cronometro di La Planche des Belles Filles potrebbe fare il vuoto. Servirà il miglior Egan Bernal per batterlo.

JUMBO-VISMA E’ IL TEAM-SKY DEL PASSATO

C’era una volta il Team Sky, poi Ineos. Dopo un decennio di egemonia da parte della compagine britannica, ora la Jumbo-Visma ha sovvertito le gerarchie consolidate: è la squadra migliore di questa Grande Boucle. Impressionante come i giallo-neri siano assolutamente in controllo in ogni fase della corsa. Oggi hanno attuato una tattica perfetta: Van Aert ha messo in fila il gruppo con una progressione micidiale, Kuss ha allungato per preparare il terreno a Roglic; il capitano non ha fatto altro che finalizzare un lavoro egregio. Un campione come Tom Dumoulin, decisamente pimpante, deve accontentarsi del ruolo di seconda punta. E questo la dice lunga…

COME STA EGAN BERNAL?

Sta bene, oggi non era il suo arrivo, non possiede l’esplosività di Roglic, pur essendo dotato di uno spunto veloce tutt’altro che disprezzabile. Il primo round è andato all’avversario, ma non mancherà il terreno per rifarsi.

NAIRO QUINTANA SEMBRA RINATO

Sembra davvero così, ma aspettiamo le salite vere per un responso definitivo. A 30 anni si è rimesso in gioco nella piccola Arkea e pare rigenerato. Ad inizio stagione si era aggiudicato Tour de la Provence e Tour des Alpes Maritimes, poi aveva dominato l’ultima tappa della Parigi-Nizza staccando tutti a Valdeblore La Colmiane. In questo avvio di Grande Boucle corre sempre nelle parti alte del gruppo ed oggi ha addirittura sprintato, cogliendo un quarto posto inaspettato: il colombiano non è veloce. Il segnale di una forma ritrovata dopo anni in chiaroscuro. Se le sensazioni positive verranno confermate su Pirenei ed Alpi, allora Quintana potrebbe mettere nel mirino anche il podio.

CHE COLOMBIA!

Quintana e Bernal a parte, troviamo altri due colombiani nella top10: Esteban Chaves, su cui nessuno ha puntato nemmeno come possibile outsider, e Miguel Angel Lopez, scalatore puro che potrebbe esaltarsi su un percorso mai così denso di montagne. Non ha brillato il veterano Rigoberto Uran: ha rischiato di staccarsi, riuscendo tuttavia a ‘salvarsi’ senza perdere secondi. Nessuna nazione, al momento, dispone della forza d’urto della Colombia nei grandi giri.

DOVE PUO’ ARRIVARE POGACAR?

Sul podio a Parigi. Forse non è ancora al livello di Roglic e Bernal, ma potrebbe rappresentare il classico terzo incomodo. E’ già arrivato nella top3 alla Vuelta e potrebbe ripetersi. E’ uno dei predestinati della nuova generazione.

GUILLAUME MARTIN POSSIBILE RIVELAZIONE

Non si arriva terzi al Giro del Delfinato per caso. Il capitano della Cofidis oggi è stato l’unico a tentare un vero affondo sull’ascesa conclusiva, pur se a 500 metri dall’arrivo. Ha concluso sul terzo gradino del podio, denotando lucidità e facilità di pedalata. Lo scorso anno giunse 12° al Tour: quest’anno la top10 è diventata l’obiettivo minimo per questo 27enne che sta crescendo per gradi.

I BOCCIATI DI OGGI

Non mi sono piaciuti Porte e Mollema: pur non essendosi staccati, erano legnosi. Adam Yates è il grande sconfitto di oggi: percorso perfetto per dare l’assalto alla maglia gialla, ma si è ritrovato senza energie nell’ultimo chilometro; non ha retto il cambio di ritmo imposto dalla Jumbo-Visma. Si è salvato Bardet, senza eccellere. Male gli spagnoli Mas e Valverde: sarà un Tour difficile per la Movistar che attraversa un anno di transizione. Non bene nemmeno il tedesco Buchmann. Carapaz ha pagato 28 secondi, ma è qui per scortare Bernal. Nessuno dei corridori citati sembra in grado di vincere il Tour. 

DOMANI GIACOMO NIZZOLO PUO’ GIOCARSI LA VITTORIA

Domani quinta tappa da Gap a Privas, 183 km abbastanza facili, con due GPM di quarta categoria e un percorso mosso nella prima parte. L’arrivo, tuttavia, tira leggermente all’insù, dunque potrebbe favorire un velocista resistente come Giacomo Nizzolo. Lo stesso discorso vale però anche per Caleb Ewan, deciso a concedere il bis in questa Grande Boucle. Un arrivo del genere potrebbe sorridere anche alla maglia verde Peter Sagan, sin qui più proiettato sulla ricerca di punti che sul successo parziale.

LE TOUR DU DIRECTEUR

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Foto: Lapresse

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