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Nuoto, Settecolli 2020. IL PAGELLONE (11 agosto). Detti e Di Pietro protagonisti di giornata. Martinenghi e Salin: il nuovo che avanza

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Ecco il PAGELLONE della prima giornata di gare al Trofeo Settecolli 2020. Voti altissimi per Gabriele Detti, Martina Rita Caramignoli, Nicolò Martinenghi e Silvia Di Pietro. Da rivedere le medagliate di Gwangju Simona Quadarella, Martina Carraro, primo titolo tricolore assoluto per una promettente Giulia Salin.

SILVIA DI PIETRO 8 E’ tornata! Sui 50 stile libero si prende la soddisfazione di battere Henique e sua maestà Pellegrini con un crono a soli 7 centesimi dal personale ed è l’unica a fare il bis di titoli tricolori portando a casa anche i 50 farfalla con un crono più che accettabile alle spalle della straripante Henique. L’infortunio, le operazioni, la riabilitazione sono solo brutti ricordi. Inizia da qui la seconda parte di carriera della velocista romana.

SIMONE SABBIONI 7 Non è ancora Sabbioni straripante di qualche anno fa ma la cura Corsetti dà i suoi frutti. Si fa sorprendere dal francese Tomac che indovina la gara della vita ma torna sul gradino più alto del podio italiano con un 25″18 che lascia ben sperare. E’ sulla strada buona, lo conferma e si vede.

GIULIA SALIN 8 Primo titolo assoluto per la giovane mezzofondista che disputa un ottimo 400 stile libero, dimostrando coraggio e capacità di soffrire. Con 4’07″70 sbriciola il personale e sale all’ottavo posto all time in Italia, iniziando a far capire quali possono essere le sue qualità. Ha vinto tanto nelle categorie giovanili e promette bene anche a livello assoluto.

GABRIELE DETTI 9 L’MVP di giornata. Miglior tempo mondiale dell’anno (non che conti granché oggi), a pochi decimi dal suo record nazionale e ovviamente personale, al rientro dopo un lungo stop. Meglio di così non poteva riprendere l’avventura del livornese, privato strada facendo del compagno più stimolante che potesse esserci in allenamento. Ma lui il compagno stimolante se lo sta ritrovando nuovamente perché il suo gran crono lo deve anche a un avversario come De Tullio che non gli fa dormire sonni tranquilli per oltre 300 metri.

MARCO DE TULLIO 7.5 Che gara per il giovane allievo di Stefano Morini che si aggancia a Detti, compagno di allenamenti e non lo molla fino alla fine chiudendo con un grande 3’44″94 a otto soli centesimi dal crono che gli fruttò il quinto posto iridato lo scorso anno a Gwangju. Dopo la parentesi negativa di Glasgow sembra essere tornato in gran forma ed è una buonissima notizia anche per la 4×200.

ARIANNA CASTIGLIONI 7 Gara accorta e intelligente della ranista lombarda che si riprende lo scettro di numero uno in Italia nei 100 e mette un po’ di pressione alle titolate rivali in vista di una qualificazione olimpica che diventerà una lotta senza quartiere. Buona la distribuzione delle energie. Se il fisico la sorregge è da corsa!

MARTINA CARRARO 5.5 E’ la media fra il 4 della vasca di andata e il 7 della vasca di ritorno che le permette di strappare il terzo posto finale, il secondo in Italia con un tempo deludente ma comunque dignitoso, 1’07″08, lontano dai suoi migliori. Non è Carraro esplosiva dello scorso anno e di Glasgow, non lo è volutamente (tutto il gruppo di Imola è apparso in ritardo di condizione) e ha dimostrato che il carattere non le manca anche nei momenti difficili.

BENEDETTA PILATO 6.5 Non è riuscita a ripetere l’exploit di Casarano che aveva creato molte aspettative ma, se non ci fosse stato il 100 miracoloso ai regionali, questa sarebbe la sua migliore prova in vasca lunga sui 100, segno che sta prendendo dimestichezza con la distanza. Soffre ancora tanto nella vasca di ritorno, ma i passi avanti si vedono e questa non può che essere una prova positiva per la giovanissima tarantina.

NICOLO’ MARTINENGHI 7.5 Eccellente rientro per il varesino che si conferma numero uno nei 100 rana in Italia al momento. Aspettarsi un sotto 59″ subito era chiedere troppo ma lui non si è tirato indietro e ci ha provato con una vasca di ritorno micidiale, che lo conferma nell’elite della rana mondiale al momento. Anche prove come questa aiutano a crescere e a prendere consapevolezza nei propri mezzi.

FABIO SCOZZOLI 6 Non è arrivato al Settecolli al meglio della condizione e si è visto nella fase nuotata, soprattutto nella vasca di ritorno. Ci teneva a prendersi la rivincita sul compagno-rivale Poggio che lo aveva battuto a dicembre. Ha strappato il secondo posto con le unghie e con i denti ma il tempo non può soddisfarlo. Non ha pigiato sull’acceleratore finora, lo farà in vista del prossimo step di qualificazione olimpica.

SILVIA SCALIA 7 Aumenta la consapevolezza di essere la migliore in Italia nei 50 dorso. Ha bisogno di conferme che arrivano da una gara lineare, senza strappi che fa ben sperare per il futuro e per un 100 di qualità. Non è ancora al massimo della condizione.

MARGHERITA PANZIERA 7 Scende in vasca nella seconda serie dei 50 dorso e si prende un secondo posto con tanto di personale che fa stravedere in vista delle gare più lunghe, il suo terreno. Bella da vedere, come sempre, in acqua: un avvio molto promettente.

COSTANZA COCCONCELLI 6.5 Due terzi posti per la giovane bolognese che si è affacciata nel mondo dei grandi andandosi a prendere la finale europea a Glasgow in dicembre in vasca corta. Bene nel dorso, bene nello stile libero: una crescita costante che fa ben sperare per il futuro, un passo per volta.

FEDERICO BURDISSO 7.5 Che numero nei 100 farfalla che non sono la sua gara! A 12 centesimi dal personale, mette in fila i due califfi della specialità Codia e Rivolta e irrompe prepotentemente in un nuovo campo che non disdegna affatto, quello della velocità. Sfrontatezza e carattere non gli mancano.

PIERO CODIA 6 Merita la sufficienza anche se gli manca qualcosa nel finale per portare una casa un risultato che avrebbe fatto morale, seppure il crono sia lontano da quello che gli permise due anni fa l’exploit di Glasgow. La condizione, comunque, è discreta.

MATTEO RIVOLTA 6 E’ lì, con gli altri, in un 100 farfalla che lo vede ancora una volta protagonista, come in tante altre battaglie. Non molla ed è già una buona notizia. Vedremo se avrà la forza per tornare il più forte di tutti.

FEDERICA PELLEGRINI 7 50 metri tanto per scaldarsi e a lei, per scaldarsi, ne bastano 25 perché nella seconda parte di gara si scatena e va a fare il solletico alle specialiste Henique e Di Pietro. Se il buongiorno si vede dal mattino…

ALESSANDRO MIRESSI 7.5 Anche questo è un bel risveglio per il campione europeo dei 100 che, non lo ha mai nascosto, non ama particolarmente i 50 ma da oggi potrebbe amarli un po’ di più. Si prende il titolo con un crono discreto, 21″91 e lancia un messaggio chiaro ai naviganti per la finale dei 100 di domani. La condizione c’è e potrebbe arrivare anche un bel crono.

LEONARDO DEPLANO 5.5 Da lui, dopo i buoni segnali lanciati lo scorso anno, si attendeva qualcosa di più. Ha sicuramente pagato la lunga assenza dalle gare, lui che non è abituato ad avere pressioni. Da rivedere.

ANDREA VERGANI 5.5 Non è mancato l’impegno e lo sbattimento, è mancato il risultato. Ha dato l’impressione di potersi agganciare a Miressi che era il treno giusto ma poi ha mollato la presa nel finale e ha chiuso con un crono deludente. Non è ancora ai livelli di un anno e mezzo fa.

MARTINA RITA CARAMIGNOLI 8.5 Che gara!!! Sembra soffrire l’attacco di Quadarella ma nel finale si scatena, va a prendersi il titolo italiano forse più bello della carriera, perché alle sue spalle, e neanche di poco, c’è la campionessa del mondo in carica, e soprattutto fa segnare un tempo di altissimo spessore, sbriciolando di 8 secondi il personale, consolidando la terza piazza all time in Italia e abbattendo il muro dei 16 minuti come solo Alessia Filippi e Simona Quadarella erano riuscite a fare.

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SIMONA QUADARELLA 5.5 La delusione di giornata. Perdere con questa Caramignoli ci sta ma il crollo dai 1200 in poi era assolutamente inatteso. Non poteva essere questa la migliore Quadarella, visto che il lavoro è stato diverso rispetto alle altre stagioni ma di sicuro anche lei voleva di più e ora dovrà rimboccarsi le maniche e lanciare segnali chiari domani negli 800. Detto tutto questo 16’03” è un tempo che, in questo periodo, non si butta.

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Foto Fabio Ferrari – Lapresse

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