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Formula 1

F1, l’usura delle gomme unica insidia per una Mercedes che si riscopre umana dopo una gara da aliena

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Il Gran Premio di Gran Bretagna 2020 di F1 ha vissuto un prima e un dopo. I primi 50 giri hanno messo in mostra uno (scontatissimo) dominio delle Mercedes. Gli ultimi 3, invece, hanno dimostrato come le formidabili W11 un lato umano (ridottissimo) ce l’abbiano. Se, infatti, la prima parte della gara di Silverstone ha ribadito ulteriormente (non che ce ne fosse bisogno) lo strapotere del team di Brackley rispetto alle scuderie rivali, la fase conclusiva ha regalato uno spiraglio di speranza per gli avversari. L’usura delle gomme oggi è stata l’unica reale nemica di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas.

Inutile girarci attorno. Senza questa problematica, infatti, i due portacolori delle Frecce Nere avrebbero concluso in parata la gara sul tracciato del Northamptoshire. Anzi, senza le due Safety Car iniziali (per fortuna la direzione gara in questo 2020 ha accantonato la Virtual Safety Car, per provare a ravvivare Gran Premi che, altrimenti, sarebbero da sbadigli) larghissima parte del gruppo avrebbe subito il consueto doppiaggio da parte dei primi due della classe. Ci hanno pensato gli pneumatici, quindi, a rimescolare le carte in tavola.

Lo si era già visto venerdì nel corso delle prime due sessioni di prove libere, ma oggi ne abbiamo avuto la conferma più nitida possibile. La FP2, disputata nell’inusuale temperatura, per gli standard inglesi, di 35 gradi aveva dimostrato come le W11 patissero l’asfalto rovente e le gomme andavano a rovinarsi in fretta. Per fortuna di Toto Wolff e colleghi oggi la gara si è disputata con una colonnina di mercurio decisamente più bassa ma, ad ogni modo, le condizioni hanno mandato in affanno le Mercedes.

Dopo la metà di gara, per esempio, si iniziavano già a notare i primi segni di blistering sulle gomme hard di Hamilton e Bottas, con i team radio che iniziavano a vedere i piloti con crescente preoccupazione. Una sensazione che, come si è visto, è deflagrata negli ultimi chilometri. Un’usura eccessiva sulle anteriori sinistre, assieme al blistering di quelle destre, che hanno fatto correre un rischio enorme ai due protagonisti.

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Prima è toccato al finlandese vedere la delaminazione della sua gomma, con conseguente rientro ai box e conclusione in undicesima posizione, mentre a metà dell’ultimo giro è stato il campione del mondo a dover gestire una monoposto che procedeva su tre sole ruote. Qualcosa di incredibile e inatteso. Un finale che ha rimesso tutto in discussione. Senza l’improvvido pit-stop di Max Verstappen, l’olandese sarebbe andato a vincere il Gran Premio odierno. La beffa invece di colpire la Mercedes ha travolto la Red Bull che, ad ogni modo, con il classe 1997 è stata l’unica a rimanere nei paraggi di una vettura che, senza quanto accaduto dal cinquantesimo giro in poi, avrebbe nuovamente umiliato tutto e tutti. Non succederà molte altre volte di vedere le W11 in sofferenza. Per quel che riguarda il resto, invece…

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto: Lapresse

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