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US Open 2020, voli charter per i tennisti: lo Slam appeso a un filo

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“US Open sì, US Open no”: è questo il tormentone delle ultime settimane nel mondo del tennis. I gestori dei circuiti internazionali (ATP, WTA e ITF) dovrebbero dare una risposta a un quesito importante: riprendere a giocare o meno? Allo stato attuale delle cose è prevista la sospensione fino al 31 luglio e l’incertezza regna sovrana.

Nei giorni passati vi è stato un incontro a cui hanno preso parte in videoconferenza la maggior parte dei giocatori di singolare (non vi erano Rafael Nadal e Roger Federer, ma era presente Novak Djokovic) e doppio e i contrasti non sono mancati. A questo meeting erano presenti anche Stacey Allaster, ex presidente WTA e ora rappresentante USTA, Steve Simon, CEO WTA e Andrea Gaudenzi, presidente dell’ATP. Come è noto, ci sono diverse pressioni affinché lo Slam americano, previsto dal 24 agosto al 13 settembre (tenendo conto anche delle qualificazioni), si possa svolgere.

Secondo l’USTA (Federazione tennistica americana), il torneo si terrà senza pubblico sicuramente e prima del via saranno in programma controlli preventivi per evitare di avere casi positivi. Inoltre, vi sono altre proposte: staff ridotti per i giocatori con il torneo che fornirà loro massaggiatori, fisioterapista e ulteriori professionisti di cui potrebbero avere bisogno durante la loro permanenza negli Stati Uniti. Per tutti i giocatori sarà disponibile una sede di alloggio centralizzata per limitare al massimo gli spostamenti. Vi saranno continui controlli della temperatura corporea, l’accesso agli spogliatoi vi sarà solo nel giorno della partita e non durante gli allenamenti e aspetto importante potrebbe essere che i match saranno al meglio dei 3 set. In questo contesto “rivoluzionato” ci sarebbe anche una riduzione del montepremi.

I mugugni da parte dei giocatori non sono mancati e la maggioranza, come riporta La Gazzetta dello Sport, vorrebbe non giocare. Le dichiarazioni del n.1 del mondo Djokovic sono ben note, in merito a una situazione molto al limite, mentre il canadese Milos Raonic si è duramente opposto alla decisione di far viaggiare soltanto un membro del team assieme ai giocatori. Da questo punto di vista ATP e WTA vorrebbero mettere a disposizione dei voli charter da Parigi e da Londra, direzione New York, coprendo tutte le spese di viaggio dei tennisti e dei tecnici. Stesso discorso vale anche per gli alloggi. Provvedimenti, questi, che fanno gola ai giocatori più arretrati in classifica, che vedrebbero chiaramente ridotte le loro spese.

Si attendono lumi a riguardo, tenuto conto che una buona percentuale di tennisti pare orientata a disputare in successione Madrid, Roma e il Roland Garros dal 14 settembre in avanti. Il Major americano, pertanto, è appeso a un filo.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Lev radin / shutterstock.com

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