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F1, Nigel Farage e la destra britannica attaccano Lewis Hamilton: “Quando finirà la sua ipocrisia?”

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In un momento storico socialmente molto delicato, con la terribile morte di George Floyd a Minneapolis che è servita da aggancio a moltissime persone che negli USA e non solo si sono unite in proteste a favore dell’equità tra bianchi e neri e della rispettiva parità di diritti, anche il mondo della Formula 1 è entrato lentamente in contatto con la vicenda.

Il sei volte campione del mondo britannico Lewis Hamilton ha infatti accusato il proprio mondo di non schierarsi a sostegno di tali proteste, innescando quasi istantaneamente la risposta di alcune figure di spicco e di colleghi come, tra gli altri, Charles Leclerc e Lando Norris.  La crescente politicizzazione dei messaggi del pilota della Mercedes ha però ampliato ancora di più  il dibattito sulla questione, inasprendo lo scontro tra chi ritiene giustificata la violenza messa in atto per le proteste e chi invece pensa che questo non sia il modo di portare avanti le idee, per quanto corrette possano essere.

Nelle ultime settimane i profili social di Hamilton si sono riempiti di video e foto del movimento in favore di “Black Lives Matters”, al quale ha anche partecipato di persona esprimendosi totalmente a favore dell’abbattimento di ogni statua e monumento che rappresenti qualcuno che in vita si sia macchiato di razzismo.

Naturalmente questo ha portato molti apprezzamenti e altrettante critiche e in particolare, tra gli attacchi contro l’inglese, risalta un tweet di un personaggio di spicco del mondo politico oltremanica, Nigel Farage, leader del partito Brexit per l’uscita del paese dall’Unione Europea e considerato la destra politica britannica. Le sue parole sono state molto decise e hanno trovato parecchio riscontro tra seguaci e giornali conservatori, in quanto toccano un tasto da sempre molto controverso e dibattuto, ovvero quello dell’effettiva possibilità o meno di allinearsi moralmente al 100% a una causa lodevole alla quale si aderisce: “Lewis Hamilton ha applaudito alla demolizione delle statue e chiede la rimozione di tutti i “simboli razzisti” da tutto il mondo. Viene pagato 40 milioni di sterline all’anno da Mercedes, un marchio che ha ricavato enormi profitti dalla schiavitù. Questa ipocrisia ignorante finirà mai?”

Un cinguettio ripostato da 15.000 persone e con quasi 50.000 like, da parte di persone che vorrebbero ricordare a Hamilton che la vettura di Adolf Hitler era una Mercedes o che lo sponsor che gli ha messo in tasca milioni di sterline e al quale è da sempre legato, Hugo Boss, è un’azienda che fu rifondata dal Partito Nazista dopo la bancarotta e successivamente divenuta fornitore ufficiale delle divise delle SA, delle SS e della Hitlerjugend (la gioventù hitleriana), probabilmente eventi più gravi rispetto ai pensieri di Winston Churchill.

Nonostante richieste di chiarimento continuo su queste questioni ed esortazioni da parte della destra britannica a passare al contro-appello “Tutte le vite contano”, il britannico non bada a queste critiche, continua a incoraggiare il movimento a non fermarsi e sostenere che egli stesso continuerà la sua lotta a favore dei diritti dei neri.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: LaPresse

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