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Vincenzo Nibali: “Il Giro d’Italia è nella mia testa, ma non è una certezza. Sono cauto sul virus, ma non ne ho paura”

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Vincenzo Nibali sta vivendo un mese di maggio alternativo, proprio oggi sarebbe stato in Ungheria per disputare la seconda tappa del Giro d’Italia e invece è a casa visto che la Corsa Rosa è stata rinviata a ottobre a causa della pandemia. Il vincitore del Tour de France 2014 ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport e si è soffermato su diversi aspetti del presente, del passato e del futuro.

Lo Squalo parla del mese di maggio senza la Corsa Rosa: “Una sensazione strana. Il Giro mi manca tantissimo. Questi dovevano essere i giorni del nervosismo. Del dubbio. Dell’adrenalina, della paura ma anche della consapevolezza. Sei concentrato, stai attento a ogni dettaglio e ti chiedi ‘Mi sono preparato bene?’. Ora invece sono tranquillo e ti puoi concedere anche uno sgarro ogni tanto. Maggio da 15 anni invece per me era piena stagione“.

Il siciliano svela il suo programma attuale: “L’altro giorno parlavo con il mio preparatore Paolo Slongo. Mi ha chiesto ‘Vincenzo cosa preferisci, ti mando una tabella perché vuoi seguire uno spartito oppure ti arrangi tu”. Risposta “Paolo, mandami la tabella quando lo riterrai più opportuno, però ora io vado comunque in bici e allora… lasciami libero”. Non voglio già avere un programma obbligatorio in testa. Poi, cambieremo il chip e mi rimetterò in modalità corsa. Ovvio che anche adesso stia facendo il professionista, ma in modo più tranquilla. Un momento che nessuno di noi a maggio aveva mai vissuto“.

L’alfiere della Trek Segafredo esprime la sua opinione sul nuovo calendario: “Si sapeva che sarebbe stato molto compresso, difficile fare di meglio. Certo quando ho visto che la Liegi-Bastogne-Liegi è sovrapposta al Giro non mi ha fatto per niente piacere! Voglio pensare che sia una bozza, nel senso che si possa fare ancora qualche modifica come ho sentito dire“. Vincenzo Nibali sembra comunque ottimista: “Se si riesce a recuperare quello che è stato stabilito, è un grande risultato. Il tifoso, anche se non potrà scendere in strada perché saranno vietati grandi assembramenti, può comunque seguirci da casa. Noi comunque ci dovremo adeguare alla condizione“.

I programmi sono ancora tutti da definire: “Il Giro d’Italia mi è rimasto in testa, ma non c’è ancora la certezza. Ne parlerò con la squadra e definiremo il tutto“. Lo Squalo guarda anche al futuro più lontano: “Non ho ancora pensato a quando smetterò, dico sul serio. Quando il momento arriverà, arriverà. Immagino che sarà quando non avrò più la volontà di salire in bici. Ma ora, invece, ho voglia di andare in bici tutti i giorni!“. Il 35enne parla anche del virus: “Ho visto come gli indicatori migliorino, ribadisco l’ammirazione per chi lotta in prima linea e il dolore per quelli che hanno perso i propri cari. So che il virus può portare complicazioni molto gravi: io ho un atteggiamento cauto, ma non di paura“.

C’è stato spazio anche per parlare un po’ del passato, di come ha subito tanto gli anni 2015-2016: “La maglia gialla mi aveva cambiato la vita. Anzi: non riuscivo più a vivere. Ho sofferto tantissimo di testa, ho pagato un grosso scotto. Il Tour mi ha completamente travolto, ha mutato anche l’approccio con i media. Ero sempre molto disponibile, dopo invece ho fatto dei passi indietro. Ero sempre nervoso, la vivevo male. A ogni corsa pensavo a quanto veniva scritto, a quanto non veniva scritto… si ripercuoteva pure a livello familiare. Fino a che durante il Giro 2016 ho resettato, mi sono tappato le orecchie e ho capito che dovevo andare deciso per la mia strada. Un cambio radicale: fai le cose che ti senti di fare, possono essere giuste o sbagliate, ma sono le tue di scelte e quello conta“.

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Trek

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