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Torino si candida per ospitare le Universiadi Invernali del 2025

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L’Italia, ora più che mai, ha bisogno di un segnale di ripresa, vista l’emergenza sanitaria in corso. In quest’ottica la candidatura di Torino per ospitare l’edizione 2025 delle Universiadi Invernali si rafforza di giorno in giorno, a maggior ragione perché l’evento della FISU darebbe una scossa alla città e forse anche al Bel Paese.

A illustrare il progetto, intervistato da Eurosport, è stato il Presidente del CUS (Centro Universitario Sportivo) di Torino Riccardo D’Elicio: “L’edizione estiva si è tenuta l’anno scorso a Napoli, e Torino è riconosciuta come la città che ha dato i natali alla competizione, ospitandola per ben 3 edizioni (1959, 1970, 2007). Ogni anno tanti atenei da tutto il mondo si incontrano a Torino per la cerimonia di accensione della fiaccola del sapere, portando alla città le loro eccellenze. Si crea un interscambio culturale importante, che risulta fondamentale per far crescere il territorio. Torino rappresenta il luogo della nascita delle Universiadi, e il suo impegno in questa manifestazione è prova della sua vocazione sportiva“, le parole di D’Elicio, volte a sottolineare la posizione favorevole del capoluogo piemontese.

Dal punto di vista strutturale, l’essere stata in passato sede dei Giochi Olimpici Invernali (2006) è sicuramente un aspetto che può aiutare, ma secondo il Presidente del CUS della realtà torinese il valore di questa competizione è molto particolare: “Le Universiadi coinvolgono molti Paesi, valorizzando il loro processo formativo. Ogni atleta-studente che ha preso parte a questo evento, conserverà questa esperienza dentro di sé per sempre, e quando tornerà a casa diventerà dottore grazie all’istruzione ricevuta. È questo il valore aggiunto delle Universiadi, sono sport e formazione. Le Olimpiadi vengono disputate da atleti a cui interessa solo la performance: si ricorderanno delle Olimpiadi in base al loro risultato, positivo o negativo. Le Universiadi vanno oltre il risultato sportivo: gli universitari che vi partecipano si integrano totalmente con la vita di villaggio, danno vita a importanti scambi culturali e legami che resisteranno nel tempo“.

Un evento che, come tale, può dare un contributo importante in termini economici e sportivi, in un contesto nella quale la crisi sanitaria sta avendo degli effetti molto negativi: “La città di Torino ospita circa 14.000 studenti stranieri. Il Politecnico torinese conta fino a 93 comunità, ed è paragonabile a quello di Parigi. È compito nostro venire incontro alle esigenze di questi ragazzi. Questi studenti infatti cercano lo sport come mezzo per interagire e stare bene. Siamo orgogliosi di aver fatto nascere sezioni sportive sempre più specifiche, come quelle di badminton e cricket. Mi ricordo di un gruppo di studenti del Congo che si trovava a Torino per studiare; abbiamo dato loro l’opportunità di partecipare a questo genere di eventi, hanno persino provato lo sci di fondo. L’ultima volta che abbiamo ospitato un’Universiade ricordo che le strade erano piene di vita: organizzavamo concerti con più di 30.000 persone, migliaia di studenti entravano nelle radio per farsi intervistare… Abbiamo bisogno di questo.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse 

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