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Ciclismo su pista, Jonathan Milan: “L’inseguimento a squadre ha ancora margini di miglioramento”

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Durante gli ultimi Mondiali su pista di Berlino, l’Italia ha trovato una perla per il suo futuro: Jonathan Milan. Il giovane friulano, classe 2000, e portacolori del Cycling Team Friuli, è senza ombra di dubbio la scoperta più bella e pura per il movimento su pista della Nazionale azzurra degli ultimi tempi. Un nuovo supporto fondamentale per il quartetto tricolore dell’Inseguimento a squadre, con cui ha conquistato la medaglia di bronzo nella rassegna iridata tedesca, ma anche un possibile erede di Filippo Ganna nella prova individuale, dopo il sorprendente quarto posto di Berlino. Jonathan cresce e migliora a vista d’occhio, ha la testa e la giusta fermezza che servono per maturare passo dopo passo.

Come hai affrontato gli allenamenti casalinghi durante la quarantena?

“In questo periodo mi sono attenuto a quelle che erano le disposizioni e come tutti mi sono dato da fare sia con gli esercizi a corpo libero sia con i rulli, che alla fine erano diventati il mio passatempo più gettonato”.

Come hai ripreso gli allenamenti su strada? Hai un piano di lavoro specifico?

“È da qualche giorno che finalmente abbiamo ripreso ad allenarci sulle strade e da quelli che erano i piccoli giri in paese, ora si può iniziare a spaziare anche in regione; così da poter ricominciare il vero allenamento. Seguo delle tabelle che, sia nel periodo del lockdown che ora, mi vengono indicate e concordate con il mio preparatore Andrea Fusaz”.

Quando e come è nato il tuo amore per il ciclismo?

“Avevo quattro anni quando ho fatto la mia prima gara. Ho praticato anche altri sport, ma il mio divertimento più grande e la mia passione è sempre rimasta la bicicletta. Dopo diversi anni sulla MTB ho deciso di provare con la strada e da lì in poi non ho più voluto cambiare, perché avevo finalmente capito che era quella la mia vera passione”.

Per quanto riguarda la pista, ti aspettavi questa esplosione improvvisa?

“In autunno ho cominciato ad andare ai ritiri con la Nazionale su pista e poi si sono susseguite le varie tappe di Coppa del Mondo. In questi mesi sono cresciuto ed ho imparato tanto, grazie anche ai ragazzi più grandi di me e soprattutto a Marco Villa. Per i Mondiali sapevo di essere pronto, stavo bene. Nell’inseguimento individuale mi ero posto l’obiettivo di superare il mio record personale di 4’15”, ma mai avrei pensato di riuscire ad ottenere il risultato che poi ho ottenuto”.

Che sensazioni hai provato al Mondiale di Berlino?

“A Berlino è stato un susseguirsi di emozioni bellissime e indescrivibili che resteranno per sempre indelebili nella mia memoria”.

Quanto pensi di poter ancora migliorare nell’inseguimento individuale?

“Ho tantissimo ancora da imparare, ma sono certo che con il CT Marco Villa e tutto lo staff del Cycling Team Friuli riuscirò a migliorare e arrivare pronto a tutti gli appuntamenti futuri”.

Fin dove può spingersi, in termini cronometrici, l’inseguimento a squadre?

“Sappiamo tutti benissimo che miglioramento ha fatto il quartetto in questo ultimo Mondiale a Berlino e in termini cronometrici, lavorandoci al meglio, abbiamo sicuramente molto margine di ulteriore miglioramento”.

Quando ti dedicherai alla strada a tempo pieno? E quali corse sogni?

“Quando…ancora non lo so dire, perché sinceramente, prima di dedicarmi soltanto alla strada, di esperienze da fare, soprattutto in pista, ne ho ancora molte da fare. Le mie gare dei sogni sono, principalmente, le classiche del Nord e la Milano-Sanremo”.

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lisa.guadagnini@oasport.it

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Foto: Twitter FCI

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