Seguici su

Calcio

Calcio, posizioni diverse sulla possibile ripartenza: Entella e Zeman contro, Pordenone a favore

Pubblicato

il

Si spacca il mondo del calcio italiano sulla possibile ripartenza di Serie A e B: da una parte c’è chi è contrario alla ripartenza per motivi sanitari, per cui il Protocollo da adottare per consentire la ripresa degli allenamenti di squadra il 18 maggio non sarebbe adatto a far concludere la stagione senza ulteriori intoppi, mentre ci sono società che richiedono la ripartenza seguendo magari una via simile a quella scelta in Germania. All’ANSA hanno parlato i presidenti di Virtus Entella e Pordenone ed il tecnico Zdenek Zeman, che sono su posizioni diverse tra loro.

Contrario il presidente della Virtus Entella, Antonio Gozzi: “In B hanno bisogno di regole certe e che garantiscano la salute non solo dei giocatori ma di tutti i dipendenti della società. Se c’è un positivo tutti vanno in quarantena: ci chiediamo se questo renda possibile la ripresa del campionato. Tra confinamento e ritiro, voli charter e tamponi, se applicassimo il protocollo della Serie A anche in B abbiamo stimato che costerebbe 500000 euro a società, con un extra per tutto il sistema B tra gli 8 e 10 milioni. Non è sostenibile un sistema di questo tipo“.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il tecnico boemo Zdenek Zeman: “La vedo male, per me non si dovrebbe ricominciare a meno che il virus non scompaia, trentamila morti non sono pochi. Io penso che la salute sia importante, non si può certo giocare con le mascherine. Il calcio è uno spettacolo per la gente. Senza, non ha senso, se ricominciasse guarderei le partite, ma mi auguro non riparta“.

Di avviso diverso il presidente del Pordenone, Mauro Lovisa: “Il calcio deve ripartire. A step e in sicurezza. Non è possibile che quotidianamente le autorità pongano ostacoli sulla via della ripartenza. Altri Paesi di riferimento in Europa stanno andando avanti in tutto, con regole serie e intelligenti. Qui da noi tante parole, schemi, burocrazia e continui rinvii. Non bisogna vergognarsi di copiare questi modelli. I calciatori e chi lavora nel calcio vogliono riprendere a giocare, a svolgere quindi il proprio lavoro in sicurezza. E se qualcuno malauguratamente risulterà positivo, questo e solo questo dovrà essere isolato. Non quindi tutto il gruppo squadra. Come in un’azienda e in un qualsiasi altro posto di lavoro. Senza trovare a tutti i costi dei colpevoli, il presidente e il medico sociale, quando il colpevole, se rispettate scrupolosamente le prescrizioni, è il virus“.

[sc name=”banner-article”]

roberto.santangelo@oasport.it

Clicca qui per seguire OA Sport su Instagram
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: LaPresse

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *