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Equitazione, Alberto Zorzi: “Roma 2017 il ricordo più bello. Tanti giovani italiani bravi, difficile trovare il cavallo giusto”

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Anche il mondo dell’equitazione sta fronteggiando la grave emergenza sanitaria che ha investito l’Italia, con i cavalieri che stanno rinunciando ai concorsi, per rimanere a casa. Tra loro anche il caporal maggiore dell’Esercito Alberto Zorzi, che ci ha concesso una chiacchierata, tra allenamenti in quarantena e progetti futuri, con uno sguardo anche al passato ed alle vittorie più significative della carriera.

Alberto, iniziamo da una domanda che molte volte può apparire scontata, ma che in questo periodo assume sicuramente un significato particolare: come stai?

“Diciamo bene. Sto bene di salute, ma mi mancano già molto i concorsi”.

Come tutti gli sport anche l’equitazione è ferma a causa dell’emergenza dovuta alla pandemia, come stai trascorrendo le giornate?

“Per noi non è cambiato quasi nulla, a parte che lavoriamo solo a casa, senza poter fare concorsi. Sto montando regolarmente tutti i giorni dagli otto ai dieci cavalli, con un lavoro di solo mantenimento in vista delle prossime gare”.

In questa stagione non ti abbiamo visto attivo a Doha nell’unica tappa del Global Champions Tour disputata prima della sospensione, in un circuito dove sei protagonista, come mai?

“Non sono andato perché avevo cavalli nuovi e volevo aspettare. Sono andato in Spagna a provarli e hanno fatto bene, ottenendo un terzo ed un quarto posto. Sarei andato nei Global Champions di Città del Messico e Miami, ma temo non si svolgeranno. Avevo sentito parlare di agosto per una possibile ripresa, sarebbe un sogno ricominciare a Roma, anche a porte chiuse”.

Nel 2017 hai sfiorato il podio agli Europei di Goteborg, insieme a Cornetto K, cavallo che ora non hai più. Cosa è accaduto?

“Ho fatto la stagione 2017 con lui ottenendo buoni risultati, ma subito dopo gli Europei è stato venduto. E’ un cavallo formidabile, straordinario. Ad agosto è passato in mano ad un’amazzone britannica (Alexandra Thorton), che potrebbe farci le Olimpiadi”. 

Pensiamo sempre all’equitazione come uno sport individuale, ma partecipi anche alla Global Champions League, dove sei in squadra con Marcus Ehning e Peder Fredricson, due tra i più quotati cavalieri a livello mondiale. Che rapporto hai con i membri del Valkenswaard United fuori dalle gare?

“E’ una squadra fortissima, a parte me (ride, ndr). Siamo molto in contatto, soprattutto con Ehning ho un ottimo rapporto perchè sono tre/quattro anni che lavoriamo insieme, così come con Bertram Allen, anche se è un po’ strano gareggiare con cavalieri di altre nazioni”.

Quest’anno piazza di Siena non si svolgerà.

“Che tristezza. E’ un concorso storico, meraviglioso… E’ l’equitazione”.

E poi è un evento che ti ha portato molte gioie nel 2017…

“Quando mi parlano del 2017 subito mi viene in mente la vittoria nella Coppa delle Nazioni, ma anche la gara individuale, dove arrivai secondo nel Grand Prix, sbagliando proprio all’ultimo! Avevamo dei cavalli fantastici. Un ricordo meraviglioso, emozione unica. Eravamo un quartetto di amici veri, un weekend… Meraviglioso, non c’è nulla da aggiungere”.

L’equitazione è uno sport pieno di variabili, molto incerto e non c’è mai un netto favorito. Pensi che potremmo vedere qualche giovane italiano lottare per le posizioni di vertice delle gare più importanti?

“Ogni gara è a sé, dipende da tanti fattori. Magari il cavaliere non è in forma, o non lo è il cavallo, per questo è incerto. Di italiani interessanti ce ne sono tanti, li vedo gareggiare anche a Roma e Verona. Mi piace molto Guido Franchi, mio compagno nel gruppo sportivo dell’Esercito, o anche Giacomo Casadei. Sono fortissimi, ma manca il cavallo ed è difficile trovare quello giusto.”

Guardando al futuro non si può non guardare verso le Olimpiadi di Tokyo 2020, dove l’Italia ha un posto nell’individuale, conquistato da Emanuele Gaudiano. E’ un obiettivo o può diventare una dolce casualità?

“Non è un obiettivo primario. Credo che sarebbe giusto far gareggiare Emanuele, che ha conquistato il posto. Non voglio prendere il posto a nessuno. Nel 2021 mi piacerebbe partecipare agli Europei, cosa che non ho fatto nel 2019 perchè non avevo il cavallo giusto. Ora ho ripreso a lavorare anche con Ulane de Coquerie, che dopo il quarto posto a New York si è infortunato in camion… Sono le sfortune che capitano ai cavalli, ma solo a quelli buoni”.

Cosa vuoi consigliare ad un giovane che vuole entrare nel mondo dell’equitazione?

“Bisogna lavorare molto e ascoltare i consigli di tutti, perchè sono tutti importanti. Se si vogliono ottenere risultati bisogna dedicarsi completamente. Non è solo una questione di cavallo, ma anche di feeling”.

Chiudiamo con un ricordo: la vittoria più bella della carriera.

“Roma! Coppa delle Nazioni 2017”. 

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gianni.lombardi@oasport.it

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Foto: Grassia/FISE

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