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Ciclismo, i Mondiali dell’Italia: 1953, l’assolo incontenibile di Fausto Coppi. L’airone sbaraglia la concorrenza e vince da padrone

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Nel 1953 Fausto Coppi torna al Mondiale quattro anni dopo la sua ultima partecipazione. L’Airone, ormai 34enne, è reduce dal suo quinto successo al Giro d’Italia e da un paio di mesi a quella parte sta preparando l’appuntamento iridato. Quell’anno, infatti, si gareggia in Svizzera, a Lugano, su un circuito che pare fatto dal sarto per il novese. Dopo aver già conquistato la maglia con l’effigie dell’arcobaleno nell’inseguimento individuale, Fausto, ora, la brama anche nel segmento più noto dell’universo del pedale.

L’Airone, quel 30 agosto 1953, prende la corsa di petto, alla sua maniera. Attacca sulla salita della Crespera già a 85 chilometri dal traguardo. Solo il fenomentale belga Germain Derycke riesce a prendere la sua ruota. Derycke, di dieci anni più giovane di Fausto, è il campione in carica della Parigi-Roubaix. Negli anni seguenti vincerà anche il Giro delle Fiandre, la Liegi-Bastogne-Liegi, la Freccia Vallone e la Milano-Sanremo.

Il giovane fiammingo è decisamente più rapido di Fausto e questi, dunque, per vincere deve riuscire a staccarlo. Derycke oppone una resistenza da applausi, ma a trenta chilometri dall’arrivo, sul penultimo passaggio sulla Crespera, anch’egli è costretto ad alzare bandiera bianca. L’Airone è incontenibile, si leva di ruota il rivale e si invola verso il traguardo sfruttando quelle sue incredibili doti sul passo che gli hanno permesso di rendersi protagonista di tantissimi assoli.

Derycke ha chiesto al suo fisico uno sforzo troppo importante nel tentativo di seguire Coppi. Nell’arco di trenta chilometri perderà oltre sei minuti dal novese. Con tutti gli altri avversari già abbondantemente staccati, Fausto può godersi quella lunga cavalcata trionfale noncurante di quanto accade alle sue spalle. Dopo sette ore e trenta minuti, l’Airone si presenta tutto solo al traguardo di Lugano. Il Mondiale è suo e i rivali, anche stavolta, hanno subito passivi abissali.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: Lapresse

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