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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, una stagione da 6,5 per l’Italia. Il movimento è in crescita, è mancato l’acuto

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È stata una stagione da sufficienza piena quella della Nazionale italiana di pattinaggio artistico che, anche quest’anno, si è dimostrata competitiva dopo le grandi potenze come Russia, Giappone e Stati Uniti. Tuttavia è mancato il guizzo, l’acuto, l’urlo di gioia, complici alcuni problemi fisici e altre occasioni onestamente sprecate. Ma l’Italia, con tutti i limiti del caso possibili, ha dimostrato di esserci, catalizzando sempre di più le attenzioni di appassionati e addetti ai lavori grazie a una squadra calibrata tra veterani e giovani promesse.

Partiamo dalle certezze. Le nostre due coppie, Charlène Guignard-Marco Fabbri (danza) e Nicole Della Monica-Matteo Guarise (artistico), si sono rese protagoniste di un’annata sportiva convincente e di spessore, posizionandosi in tutte le gare di prima fascia al ridosso delle posizioni di vertice. Entrambe sono partite con dei problemi di natura fisica: Marco e Charlène hanno infatti disputato le due tappe del circuito Grand Prix (Internationaux De France e NHK Trophy) con un fastidio alla mano del cavaliere, handicap che ha costretto gli allievi di Barbara Fusar Poli a modificare gran parte dei sollevamenti; una rhythm dance molto sofisticata, interpretata sulle note del Cirque de Soleil, è stata sostituita in corsa con la più accessibile “Grease, scelta azzeccata in quanto premiata dalla giuria sia all’NHK Trophy che alla Golden Spin di Zagabria, senza dimenticare gli Europei di Graz, dove hanno raggiunto nel segmento la terza posizione con il nuovo record personale di 84.86 per poi essere superati da Alexandra Stepanova-Ivan Bukin nella classifica finale. Guignard-Fabbri hanno risposto presente, e lo hanno fatto con classe, vedere la danza libera tributo a David Bowie per credere. L’obiettivo per il 2021 sarà affiancare sempre di più i diretti avversari e tentare un meritato sorpasso, puntando a quota 210 punti.

Più complicato il cammino di Nicole Della Monica-Matteo Guarise, rallentato da un infortunio alla spalla destra rimediato da Nicole durante il periodo estivo. I pattinatori di Cristina Mauri, malgrado le avversità e le difficoltà, da grandi professionisti quali sono hanno comunque svolto regolarmente tutte le competizioni principali del calendario, facendosi trovare pronti nonostante ovviamente una preparazione deficitaria. Nelle coppie d’artistico adesso la situazione si fa interessante. in quanto almeno una decina di concorrenti si trovano molto vicini a livello di punti; le classifiche future dunque, salvo altri exploit importanti come quello di Boikova-Kozlovskii, si giocheranno sugli errori; il prossimo anno, potenzialmente potrà succedere quindi davvero di tutto, e gli atleti delle Fiamme Oro, con i giri giusti, potranno sfruttare la loro esperienza per guadagnare posizioni ancora più importanti.

Non possiamo dunque rimproverare nulla ai senatori. In quale contesto allora l’Italia poteva fare leggermente di più? Senza dubbio, nella specialità individuale maschile. Malgrado il terzo e il primo posto di Daniel Grassl nelle due tappe del circuito Junior Grand Prix e il gradino più basso del podio conquistato da Matteo Rizzo alla Cup Of China, è mancato qualcosa ad entrambi in occasione dei Campionati Europei di Graz, rassegna dove gli atleti avrebbero potuto conquistare facilmente una medaglia scrivendo nuove pagine di storia. Due errori sanguinosi nel quadruplo toeloop e una sbavatura nel triplo lutz hanno fermato Rizzo al quinto posto; alcune imprecisioni nelle rotazioni hanno invece negato un piazzamento di lusso a Grassl non solo nella rassegna continentale, ma anche ai Mondiali Junior di Tallinn. Ma ormai è andata. Dagli sbagli si impara, sempre. E dalla prossima stagione l’Italia maschile farà ancora più paura in quanto, oltre ai due talenti citati, crescerà ulteriormente la terza forza, Gabriele Frangipani, pattinatore candidato a centrare di prepotenza la top 10 europea. D’altro canto, con dei compagni di Nazionale di questo calibro, non si può che imparare più rapidamente.

E a proposito di crescita come non poter lodare l’impatto pressoché perfetto di Alessia Tornaghi? Il talento milanese stanziato a Torino alla corte di Edoardo De Bernardis ha vissuto in prima persona una pressione fortissima, in quanto doveva necessariamente occupare a Graz una casella in top 10 per consentire all’Italia di presentare due pattinatrici nella prossima edizione. La missione è stata ampiamente compiuta grazie all’ottava piazza ottenuta senza particolari patemi. Ma la notizia vera è un’altra: il movimento italiano femminile ha trovato la sua rappresentante, in possesso di un bagaglio tecnico importante, solido e con ampi margini di miglioramento. Alessia ha tutte le carte in regola per diventare una delle stelle di riferimento europeo dopo ovviamente le atlete russe, in questo momento (e probabilmente per tantissimo tempo) protagoniste di un campionato a parte.

Per ciò che concerne i ricambi generazionali la stagione 2019-2020 ci ha insegnato che bisognerà portare pazienza: alla coppia d’artistico formata da Rebecca Ghilardi e Filippo Ambrosini va riconosciuta la grande voglia di scalare il ranking con le tante partecipazioni a trofei internazionali, ben quattro, a cui si aggiungono le due tappe di Grand Prix e l’Europeo; Rebecca e Filippo sono indubbiamente cresciuti molto e, in più occasioni, hanno convinto pattinando almeno un segmento senza particolari sbavature: per il prossimo anno servirà trovare più continuità realizzativa, ma il tempo c’è. E la stoffa anche. Sarà invece un vero mistero quello che succederà nella danza, causa lo scioglimento ufficiale di Jasmine Tessari-Francesco Fioretti, con quest’ultimo che ha appena cominciato una nuova avventura con Carolina Moscheni. Nell’anno sportivo 2020-2021 assisteremo, un po’ come successo l’anno scorso un campo femminile, a una vera e propria battaglia per diventare la seconda coppia italiana. Chi la spunterà? i Nuovi arrivati, i promettenti Junior Carolina Portesi Peroni-Michael Chrastecky o Katrine Roy-Claudio Pietrantonio, danzatori che avrebbero dovuto disputare i Mondiali di Montrèal? Lo scopriremo tra nove mesi.

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Foto: Valerio Origo

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