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MotoGP, Mondiale 2020: Suzuki, più di una mina vagante. Alex Rins sogna lo sgambetto a Marquez

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Ci si aspettava di parlare dell’effetto “Suzuki” in MotoGP a partire da Losail, in Qatar. Non sarà così, l’allarme Coronavirus ha portato a delle cancellazioni ed ecco che forse la stagione della classe regina potrebbe prendere il via in Europa il 3 maggio a Jerez de la Frontera (Spagna). La tensione è molto alta in queste ore e il numero di contagiati in crescendo.

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Tornando alla GSX-RR 2020 è lecito parlare di mina vagante. Il progetto di Hamamatsu è nato sotto una buona stella: la nuova moto giapponese ben si adatta alle nuove Michelin. Il costruttore francese ha introdotto una nuova mescola che offre maggior grip e, da questo punto di vista, la Suzuki (come anche la Yamaha) ne risulta esaltata. In percorrenza di curva, infatti, la “creatura” nipponica è assai dotata e questa aderenza dà modo ai due piloti Alex Rins e Joan Mir di essere particolarmente veloci nei tratti guidati.

Partendo da questo presupposto, Rins potrebbe rivelarsi una bella “bega” per tutti. L’iberico, giunto quarto l’anno scorso nella classifica generale della massima cilindrata con due vittorie (ad Austin e a Silverstone) e tre podi in totale, ha fatto vedere di saperci fare e con un mezzo performante potrebbe rappresentare un elemento pericoloso per tutti. In particolare, lo spagnolo in gara esprime il suo meglio e in sella ad una Suzuki “gentile” con le gomme puntare a qualcosa di ambizioso non è affatto ardito. Di questo può rallegrarsi il Team Manager Davide Brivio, che ha scommesso sui centauri citati, attendendosi molto anche da Mir dopo la prima stagione di apprendistato.

Spetterà, dunque, alla pista esprimere il giudizio definitivo, in attesa di sapere quando sarà possibile cominciare.

 

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Foto: Abdul Razak Latif / Shutterstock.com

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