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Tiro a volo

L’Italia è grande: Andrea Benelli, quando l’oro olimpico si può vincere anche a 44 anni

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Atene, domenica 22 agosto 2004. E’ un pomeriggio rovente nella capitale ellenica, dove si stanno la XXVIII Olimpiade della storia moderna, il poligono di tiro di Markopoulo sta ospitando sulle sue pedane la finale di skeet maschile e per l’Italia c’è in gara l’eterno ragazzo Andrea Benenlli.

Il fiorentino, classe 1960, ha 44 anni e un bronzo a Cinque Cerchi – ottenuto ad Atlanta 1996 – nel suo palmares, ma capisce da subito che la giornata greca può diventare speciale. Nell’atto per le medaglie la tensione si taglia con il coltello. C’è grande equilibrio, su tutti i fronti. Per il bronzo si scatena una lotta selvaggia con uno shoot-off a tre che viene risolto dal cubano Juan Manuel Rodriguez, il quale – dopo aver concluso a quota 147/150 – regola nello spareggio il qatariota Nasser Al-Attiyah e lo statunitense Shawn Dulohery.

Ma è la lotta per l‘oro che catalizza ancora di più le attenzioni. Score di 149/150, pressochè perfetti, per Andrea Benelli e per il rivale finlandese Marko Kemppainen che si devono giocare il titolo di una vita, anche loro, allo shoot-off. La differenza d’eta fra i due è di sedici anni, ma nel tiro questo non rappresenta un problema, anzi: è tutta esperienza.

Si parte dalla pedana 3: prima Kemppainen, poi Benelli. Chiamate dei doppietti, rottura. Si va avanti. Pedana 4: il finlandese vede uscire i piattelli, il primo si sbriciola mentre il secondo si perde nella cornice ateniese sullo sfondo. C’è l’errore. Se Benelli dovesse rompere entrambe i prossimi piattelli sarebbe campione olimpico.

Cuore in gola sugli spalti, davanti alle tv e in pedana. L’azzurro si accinge a sparare, ma anch’egli commette un errore. Si ricomincia tutto da capo. Pedana 5: siamo vicini alla risoluzione del rebus. Sono “saltati gli schemi” per dirla in termini calcistici. A Kemppainen capita prima un No-bird e poi un altro errore sulla ripetizione.

Per Benelli arriva il momento della definitiva consacrazione. Polvere rosa, in entrambi i casi. Piattelli rotti: è oro. Il toscano si può finalmente lasciare andare a una corsa liberatoria su tutta la pedana. E’ la 19esima medaglia del tiro a volo italiano nella storia olimpica, la sesta d’oro.

Ora tiriamo le lancette dell’orologio del tempo avanti di dodici anni, sino alle Olimpiadi di Rio 2016. Andrea Benelli è seduto da tecnico responsabile dello skeet italiano su una sedia mentre assiste alle finali femminili e maschili della specialità. In pedana ci sono Diana Bacosi, Chiara Cainero e Gabriele Rossetti. Tre nomi, tre medaglie. Le mamme “sorelle d’Italia” faranno addirittura doppietta vincendo oro e argento, con il giovane – anch’egli toscano – che sarà capace di arrampicarsi nell’olimpo.

Determinazione, abnegazione e passione: per una storia olimpica come poche.

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michele.cassano@oasport.it

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Foto: FITAV

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