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Dorothea Wierer sogna di diventare la prima donna a laurearsi Campionessa del Mondo sulle nevi dove è cresciuta

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Dorothea Wierer si presenta ai Mondiali di casa di Anterselva con tutte le carte in regola per fare bene. D’altronde occupa la seconda posizione nella classifica generale di Coppa del Mondo, ha concluso nella top-ten dieci delle tredici gare disputate, è salita sul podio quattro volte e ha ottenuto due vittorie.

Certo, i successi sono entrambi arrivati nella prima metà di dicembre, ma la competitività dell’altoatesina è rimasta costantemente altissima, permettendole di rimanere sempre ai vertici delle classifiche. Dunque ci sono ottime speranze affinché possa coronare la sua carriera conquistando una medaglia d’oro iridata proprio sulle nevi dove è cresciuta agonisticamente.

È questo il tema forte riguardante Wierer nell’imminente manifestazione mondiale. Ovvero la capacità di vincere una medaglia d’oro in un grande appuntamento disputato letteralmente in casa. Non solo nella nazione d’appartenenza, ma addirittura nella propria località d’origine. Pertanto, siamo andati a verificare quante volte questa singolare situazione sia capitata nella storia del biathlon. Spulciando gli archivi, ci si rende conto di come l’evento non sia mai accaduto!
Sono infatti otto le “profetesse in patria” nella storia del biathlon femminile. Però, nessuna di loro si è imposta in una manifestazione iridata tenutasi sulle nevi dove è cresciuta. Andiamo a spiegare perchè.

La prima della lista è Eva Korpela. La svedese vinse l’individuale dei Mondiali di Falun 1986, ma è originaria di Sollefteå, località appartenente a una contea diversa (Västernorrland) rispetto a quella dove si disputano le prove iridate (Dalarna).

Nel 1990 tocca sia a Svetlana Davidova che, incidentalmente, ad Anne Elvebakk. Infatti quei Mondiali, programmati a Minsk, non possono essere completati nell’allora Unione Sovietica a causa delle alte temperature. Davidova vince l’individuale, mentre la sprint iridata viene recuperata tre settimane dopo a Oslo, dove si impone appunto Elvebakk. Tuttavia, nessuna delle due è originaria delle località dove si disputarono le gare. Davidova proviene da Sverdlosk, Russia, ben lontana dalla Bielorussia dove si tiene la prova mondiale. Invece Elvebakk cresce a Voss, appartenente a un’altra regione della Norvegia (Vestlandet) rispetto a quella di Oslo (Østlandet).

Bisogna attendere ben dieci anni prima che un’atleta del Paese organizzatore dei Mondiali riesca a vincere delle medaglie d’oro individuali. È il 2000, quando le prove iridate vanno in scena a Oslo. Liv Grete Poirée conquista sia la sprint che la mass start. In ogni caso l’amatissima norvegese è a sua volta originaria del Vestlandet, proprio come Elvebakk.

La quinta “profeta in patria” è Albina Akhatova, iridata nella mass start ai Mondiali di Khanty-Mansiysk 2003. Cionondimeno, la russa cresce agonisticamente a Labytnangi (circondario autonomo della Jamalia), situata ben più a nord rispetto alla capitale del circondario autonomo dello Jugra, dove si tengono quei Mondiali.

Passa poi quasi un altro decennio prima che un’altra donna sia capace di vincere un oro iridato nella propria nazione d’origine. L’impresa riesce a Magdalena Neuner nella sprint dei Mondiali di Ruhpolding 2012. Quel trionfo è a tutti gli effetti un evento inedito, poiché per la prima volta nella storia una biathleta si impone in una grande manifestazione tenutasi nella propria regione d’origine, in questo caso la Baviera. Tuttavia, agonisticamente parlando, Neuner non ha nulla a che fare con Ruhpolding, poiché si forma e risiede da tutt’altra parte, ovvero a Wallgau, nei pressi di Garmisch-Partenkirchen, distante circa 150 km.

Dopodiché si arriva ai Mondiali di Oslo 2016, dove la sprint viene vinta da Tiril Eckhoff. La scandinava proviene da Bærum, località situata a una ventina chilometri dalla capitale norvegese, ma appartenente a un distretto diverso (Viken). Inoltre, e soprattutto, non è cresciuta in quel di Holmenkollen, location in cui si sono disputate le gare iridate di quattro anni fa.

Infine per l’ultima “profetessa in patria”, ovvero la svedese Hanna Öberg (iridata nell’individuale dei Mondiali di Östersund 2019), vale più o meno lo stesso discorso fatto per Korpela. Öberg è originaria della settentrionale contea del Norrbotten, mentre Östersund è situata nel più centrale Jämtland.

Dunque, vedere Wierer laurearsi campionessa del mondo ad Anterselva sarebbe a tutti gli effetti un evento inedito. Nessuna donna è infatti ancora stata in grado di primeggiare nell’impianto dove si è formata agonisticamente. Riuscirà Dorothea a scrivere la storia del biathlon in questo senso?

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

1 Commento

1 Commento

  1. riax

    4 Febbraio 2020 at 11:18

    Sarebbe bellissimo!

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