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Biathlon, un’Italia da sogno fa gelare la Norvegia. I Mondiali 2020 di Anterselva si colorano subito d’argento

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La 51esima edizione dei Mondiali di biathlon, sesta disputata nello storico e spettacolare scenario di Anterselva, si è aperta con la Südtirol Arena in delirio per l’argento conquistato dall’Italia nella staffetta mista. Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Lukas Hofer e Dominik Windisch hanno scritto una pagina indelebile della storia della disciplina diventando i primi azzurri capaci di conquistare una medaglia in una manifestazione iridata disputata nel Bel Paese. Una prova sontuosa di tutti e quattro i frazionisti, uno schema di gara che si è rivelato fin da subito positivo per via degli errori della Francia e della Germania e due prestazioni eccellenti degli uomini sono gli ingredienti che hanno reso possibile questo eccezionale risultato, alla fine solamente la corazzata norvegese ha saputo avere la meglio dell’Italia.

Il gruppo dei fantastici 4 è parso più unito che mai dopo le recenti polemiche, desideroso di lasciarsi alle spalle ogni tipo di chiacchiera grazie ai risultati. La staffetta mista si conferma così un cavallo di razza purissima che recentemente produce soddisfazioni in continuazione per i nostri colori. Basta notare infatti che dalla stagione 2016/2017, ovvero da quanto Lisa si è aggiunta agli altri tre, in otto delle nove staffette in cui tutti hanno preso parte è arrivato il podio, con unica eccezione il quarto posto iridato di Hochfilzen. In particolare con il risultato odierno è stata raggiunta dunque la terza medaglia consecutiva nelle grandi manifestazioni, dopo i bronzi delle Olimpiadi di Pyeongchang e dello scorso Mondiale di Östersund.

La Norvegia era considerata sulla carta davvero imbattibile e invece i nostri combattenti hanno davvero sfiorato il miracolo. Il lancio di Vittozzi è stato oltremodo positivo, nonostante due ricariche a terra la friulana ha mostrato una condizione sugli sci da primissima della classe tenendo le code di Marte Røiseland e rilanciando la sfida in vista di domani. Anche Wierer è parsa più o meno sulla stessa linea, un errore in piedi ha compromesso la leadership virtuale ai danni di Tiril Eckhoff ma nella componente del fondo ha saputo difendersi in maniera egregia rispetto alla rivale, regalando agli uomini un’eccellente posizione di partenza per le medaglie visti i giri di penalità in particolare di Julia Simon per la Francia in prima frazione e Denise Herrmann in seconda per la Germania. Attenzione, però, perché per quanto riguarda i tedeschi chi ha condizionato il risultato negativo è stato certamente il poco convincente lancio di Franziska Preuss che con una sola ricarica in più di Vittozzi ha chiuso a oltre 30″ di distacco. L’ex fondista sassone è stata costretta a rischiare, tentando giustamente l’all in fin dal primo metro. Coprendo rapidamente tutti e 5 i bersagli a terra Herrmann si è riportata su Eckhoff e Wierer dopo due tornate, pagando però poi eccessivamente lo sforzo.

In questo momento tutti si aspettavano un Italia in difesa, pronta a difendere coi denti l’argento, e invece è iniziato lo spettacolo di Hofer. Il carabiniere di San Lorenzo di Sebato ha tenuto testa nei primi due giri a Tarjei Bø e ha sfruttato al meglio gli errori del norvegese nella serie a terra per uscire dallo stadio in prima posizione, mandando in visibilio le tribune dell’Arena. Un 10/10 che rappresenta non solo la migliore prestazione di Hofer in stagione, ma grazie alla condizione fisica e mentale trovata al momento giusto si spalancano le porte per un Mondiale da assoluto protagonista. A Windisch è toccato il compito più difficile, gestire al meglio la pressione e non vanificare il lavoro dei compagni. Johannes Bø ha tentato qualche piccolo strappo ma il padrone di casa ha deciso di non concedere un centimetro alla leggenda norvegese, rimanendo in scia fino al poligono in piedi. Due errori sui primi tre bersagli del detentore della sfera di cristallo hanno anche aperto scenari epocali per l’Italia, ma lo stesso Dominik è stato costretto a utilizzare due ricariche e purtroppo la rapidità d’esecuzione tra i due ha fatto la differenza a favore del nordico.

Impossibile non citare infine la spettacolare prova della Repubblica Ceca (Eva Kristejn Puskarcikova, Marketa Davidová, Ondrej Moravec e Michal Krcmar), terza e ampiamente la formazione più precisa oggi con due soli bersagli mancati complessivamente. Si tratta del secondo podio nel format in un Mondiale dopo l’oro conquistato a Kontiolahti 2015, e in particolare è la prima medaglia iridata per la giovane classe 1997 che proprio su queste nevi, tredici mesi orsono, conquistò il primo e unico successo della sua carriera.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: Federico Angiolini

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