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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, Finali Grand Prix Torino 2019: Hanyu, anche i campioni sbagliano. Tutti in piedi per il team Tutberidze

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La venticinquesima edizione del circuito ISU Grand Prix di pattinaggio artistico, culminata con le Finali andate in scena al Palavela di Torino lo scorso weekend, è ufficialmente passata agli archivi. E lo spettacolo non è mancato di certo. Tra record del mondo, momenti tesi, ribaltoni, imprevisti, lacrime di gioia e di dolore, tutti i pattinatori coinvolti hanno dato un contributo fondamentale, offrendo forse la Finale tra le più avvincenti della storia della disciplina.

Una delle gare più attese è stata senza dubbio quella dell’individuale maschile, che ha visto trionfare lo statunitense Nathan Chen con ben 44 punti di distacco rispetto al secondo classificato Yuzuru Hanyu. A pesare sul risultato, ovviamente, sono stati i due passaggi a vuoto nei due programmi del nipponico, ovvero la mancata combinazione dello short e la sequenza triplo axel/triplo axel ridotta a solo un axel semplice nel libero. Le sbavature non devono però cancellare la prestazione dell’alieno che, per la prima volta in carriera, ha eseguito cinque quadrupli nel segmento più lungo, rispolverando il quadruplo lutz, eseguito tra l’altro in modo magistrale. Non doveva sbagliare nulla il Campione Olimpico in carica per poter tenere testa a un Nathan Chen semplicemente perfetto, dotato di una capacità di rendimento davvero con pochi precedenti, in grado di tenere la mente fredda, come un cecchino, in qualsiasi situazione.

È tuttavia necessario rimarcare una differenza: la difficoltà delle rispettive performance: lo statunitense, seppur con un buon pattinaggio, ha presentato un programma certamente più facile da un punto di vista coreografico rispetto a quello del giapponese, più povero in termini di passi, e soprattutto più scarno in termini di passaggi di transizione. Non volendo assolutamente screditare la prestazione di un atleta con la a maiuscola che ha vinto con merito registrando il nuovo primato mondiale nel totale e nel libero, occorre sottolineare quanto sia più semplice (nella difficoltà assoluta) eseguire cinque salti quadrupli con un disegno coreografico più soft, contrassegnato da diversi momenti vuoti utili per prendere fiato e staccare i difficili elementi.

Quello che Yuzuru Hanyu ha pagato nel secondo segmento è stata infatti certamente la stanchezza a fine prova, causata dall’elevata complessità della performance in toto, ricchissima e curata in ogni minimo dettaglio, complessità che, duole dirlo, non è stata riconosciuta più di tanto dal pannello giudicante sulla valutazione delle componenti del programma, considerate inferiori a Chen in tutte le voci, incluse “skating skills” e “transition“, fattore che ha destato più di una  perplessità tra appassionati e addetti ai lavori.

In campo femminile a spuntarla è stata la russa Alena Kostornaia, seguita dalle compagne di allenamento guidate da Eteri Tutberidze Anna Shcherbakova e Alexandra Trusova, le quali con pieno valore hanno approfittato dello short program falloso di Rika Kihira, rimasta subito fuori dai giochi per via di una caduta nella combinazione e di un triplo axel non eccezionale nello short. La moscovita classe 2003 ha conquistato la vetta più alta del podio grazie a due prove di qualità elevatissima e alla superiorità sul secondo punteggio, evidenziata soprattutto nel segmento più lungo. Con tre tripli axel da capogiro la vincitrice della scorsa edizione in categoria Junior è riuscita ad arginare le connazionali che, però, hanno pagato dazio nell’esecuzione di alcuni salti quadrupli nel libero; Shcherbakvova è infatti è caduta nel quadruplo flip sottoruotando il quadruplo lutz singolo, Trusova non ha invece ancora trovato confidenza in gara con il salchow, eseguito solo doppio, mancando la seconda combinazione con il quadruplo toeloop per via di una caduta. La sensazione è che, con le due atlete citate a pieno regime, le cose sarebbero andate probabilmente in maniera leggermente diversa.

Nonostante ciò questo aspetto non è da considerarsi negativo. Alena Kostornaia, talento innato dotato del cosiddetto “pacchetto completo”, con tutta probabilità starà già studiando un modo per poter stare al passo in futuro con le sue dirette avversarie, con cui si scontrerà nuovamente tra venti giorni nella competizione più difficile e attesa dell’anno: i Campionati Nazionali Russi. La città di Krasnoyarsk sarà infatti teatro di una vera e propria battaglia in cui, ovviamente, saranno favorite assolute le atlete arrivate sul podio a Torino ed Elizaveta Tuktamysheva, anche lei da poco entrata nel club delle quadrupliste. A primo impatto sembrano invece più attardate le due icone dello scorso quadriennio Olimpico Evgenia Medvedeva ed Alina Zagitova, quest’ultima protagonista nel capoluogo piemontese di un secondo segmento da dimenticare, fotografia, per fortuna o purtroppo, della chiusura di un’era.

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Foto: Valerio Origo

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