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Volley femminile, Alessia Orro: “Non bisogna fare l’errore di chiudersi, restare soli può essere molto pericoloso”

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Finito l’incubo di Alessia Orro: qualche giorno fa è stato arrestato lo stalker che ha terrorizzato per mesi la pallavolista di Busto e della Nazionale. La palleggiatrice azzurra racconta quanto le è accaduto a “La Gazzetta dello Sport“, lanciando un messaggio di speranza e coraggio alle vittime di stalking.

Il peggio sembra essere passato: “Ora sto meglio, decisamente meglio. Sono stati mesi di paura e ansia, ma ora sono sollevata, felice che sia finita. Anche se so che non è finita ancora. Non bisogna fare l’errore di chiudersi, restare soli può essere molto pericoloso. Bisogna chiedere aiuto. Denunciare“.

Tutto è iniziato così: “Era fine maggio, ha iniziato a scrivermi sui social, pensavo fosse un tifoso. Ma ha iniziato a seguirmi, fissarmi, me lo ritrovavo ovunque. E i complimenti sono diventati pesanti, poi minacce. Mi cercava con profili diversi e senza mai farsi vedere, l’ho bloccato più volte, 6 o 7 almeno. Speravo bastasse ma no. Speravo che finita l’estate con la Nazionale, me ne fossi liberata. E invece quando l’ho rivisto qui, al primo allenamento a Busto, ho capito che era solo l’inizio. E avevo ragione. L’ho denunciato“.

Una sola sensazione resta: “Lo schifo, un uomo che mette a disagio così una ragazza, che le mette paura, mi fa schifo. Ho camminato per giorni guardandomi le spalle, spiando dalle tapparelle le macchine parcheggiate sotto casa, alzandomi dal letto a controllare che la porta fosse chiusa bene. Ho avuto paura e ancora ne ho. Di rivederlo. “Penso solo a te”, mi diceva. Sembrava ossessionato. E se non gli passa? C’è ancora un processo da affrontare“.

 

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roberto.santangelo@oasport.it

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Foto: Lisa Guglielmi LPS

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