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‘Marcia su Tokyo 2020’: canoa slalom, manca il campione; ciclismo, la gestione Cassani deve continuare

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I Mondiali di canoa slalom disputati a La Seu d’Urgell hanno portato in dote all’Italia tre carte olimpiche su quattro disponibili: di per sé si tratta già di un passo avanti rispetto a Rio 2016, quando i pass conseguiti furono due. Se quelli del K1 maschile e femminile apparivano scontati, la vera sorpresa è giunta dalla C1 femminile, specialità che farà il suo debutto a cinque cerchi proprio il prossimo anno: la giovane Marta Bertoncelli, appena 18enne, ha arpionato un risultato insperato alla vigilia e che profuma di futuro.
La rassegna iridata catalana, ad ogni modo, ha messo in risalto un’Italia distante dalle posizioni che contano. Stefanie Horn, unica a centrare la finale, e Giovanni De Gennaro si confermano dei buoni atleti, ma sostanzialmente degli outsider che solo sporadicamente fanno capolino sul podio nelle competizioni internazionali. Un movimento, dunque, che gode di una discreta salute (il C1 maschile ha sfiorato la carta olimpica, ma potrà riprovarci nel 2020), senza contare tuttavia su di un fenomeno trainante. Non si travede un reale successore del fuoriclasse Daniele Molmenti che vinse tutto prima di consacrarsi campione olimpico a Londra 2012.

Passiamo ai Mondiali di ciclismo, conclusi con una delle amarezze più grandi vissute dallo sport italiano nel Nuovo Millennio. Se dell’occasione della vita sprecata da Matteo Trentin abbiamo già parlato ieri, resta la consapevolezza che qualcosa di buono si stia muovendo. Nella stagione in corso l’Italia ha vinto un Giro delle Fiandre con Alberto Bettiol e un Europeo con Elia Viviani, senza dimenticare il secondo posto al Giro di Vincenzo Nibali: non proprio un bottino da disprezzare, anzi…Nelle ultime settimane alcune voci di corridoio hanno indicato il ct Davide Cassani come possibile successore di Mauro Vegni (papabile candidato alla presidenza della Federciclismo) al ruolo di direttore dell’area ciclismo a RCS Sport. Si tratterebbe di una grave perdita per il ciclismo italiano. In cinque stagioni il 58enne romagnolo ha ottenuto risultati concreti e tangibili: il rilancio in grande stile della pista, supportato da Marco Villa ed Edoardo Salvoldi; l’ascesa di un settore storicamente ostico come quello della cronometro; la riesumazione del Giro d’Italia Under23 (in precedenza Giro d’Italia dilettanti e poi GiroBio), tappa di passaggio fondamentale per la crescita delle giovani promesse. I risultati del Mondiale appena concluso parlano chiaro: si può guardare al futuro a medio e lungo termine con moderato ottimismo. Filippo Ganna, già dominatore dell’inseguimento individuale su pista, ha strabiliato con un bronzo inatteso nella cronometro e possiede margini di miglioramento tutti da esplorare (anche in Classiche Monumento come la Parigi-Roubaix); nelle prove contro il tempo, inoltre, nella stagione in corso si è messo in luce anche Edoardo Affini, coetaneo di Ganna: abbiamo trovato una coppia su cui puntare per la prossima decade. Cassani si è dato da fare molto in questi anni per cercare di colmare una grave lacuna come la mancanza di alternative a Vincenzo Nibali, ormai quasi 35enne, per le grandi corse a tappe. Occorrerà attendere ancora qualche stagione, eppure corridori come Antonio Tiberi, campione del mondo juniores nella cronometro, Andrea Piccolo, oro europeo juniores nella prova contro il tempo, ed il giovane scalatore Alessandro Fancellu possiedono le qualità per emergere, a patto che il loro processo di maturazione avvenga per gradi. Non è un caso, inoltre, che l’Italia sia tornata a vincere il Mondiale Under23 dopo 17 anni grazie a Samuele Battistella. Un corridore di valore, che nel 2020 passerà professionista insieme ad altri prospetti interessanti come Alessandro Covi, Andrea Bagioli ed il velocista Alberto Dainese. Forse non avremo i Bernal, Evenepoel o Pogacar, ma di sicuro il movimento gode di una buona vitalità. Cassani ha lavorato bene ed anche sotto il profilo dei risultati non ha demeritato, conquistando due titoli europei ed un argento iridato. Un pizzico di buona sorte in più non sarebbe guastata: il pensiero va alle Olimpiadi di Rio 2016, quando Vincenzo Nibali cadde quando sembrava lanciato verso l’oro, ed al Mondiale solo accarezzato da Trentin. Il 2020 offrirà l’occasione di cancellare questi due bocconi amari. E l’Italia, c’è da giurarci, sarà in prima fila tra le protagoniste che si contenderanno l’Olimpo e la maglia arcobaleno.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Shutterstock.com