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Ciclismo, Mondiali 2019: l’Italia può davvero pensare di vincere? Van der Poel, Sagan e Alaphilippe (e non solo) sembrano fuori portata

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Domenica si terrà la prova in linea dei Campionato Mondiali di Ciclismo su strada 2019 di Harrogate. L’Italia, capitanata da Matteo Trentin, punta alla maglia iridata, ma la scalata sembra alquanto ardua. In primis perché due corridori come Alberto Bettiol e Gianni Moscon, specialisti delle corse over 250 km (e questo Mondiale ne misura ben 280), i quali potevano formare, insieme al sopraccitato ex campione d’Europa, un tridente formidabile, non sono, per vari motivi, al top della forma.

Trentin è un grande corridore, che sta vivendo un’annata stupenda, ed è adattissimo al percorso del Mondiale. Tuttavia, in caso di arrivo in volata di un gruppo di circa 30 corridori rischia di ritrovarsi a sprintare contro gente più veloce di lui, come Alexander Kristoff, quasi imbattibile in un’eventualità come quella appena descritta. Se, invece, la corsa dovesse risultare più dura del previsto, Matteo potrebbe comunque giocarsi le sue carte, ma partirebbe sfavorito nei confronti di almeno quattro atleti.

Parliamo di Mathieu Van der Poel, Julian Alaphilippe, Philippe Gilbert e Peter Sagan. Il primo l’anno scorso ha perso il Campionato Europeo contro l’azzurro, ma quella più che la regola è sembrata l’eccezione. I due si sono sfidati al recente Tour of Britain e nonostante la grande tenacia, Matteo ha dovuto alzare bandiera bianca, surclassato dal talento del rivale. Alaphilippe e Gilbert, invece, sono meno veloci di Trentin, ma possono staccarlo sugli strappi grazie alle loro doti sullo scatto. Per Sagan va fatto un discorso a parte. Lo slovacco visto per lunghi tratti in questa stagione non è un corridore particolarmente superiore al capitano della nazionale italiana, ma in occasione della prova iridata potrebbe esaltarsi e ritrovare un colpo di pedale vicino a quello dei giorni migliori.

Il resto della truppa azzurra è formato da ottimi corridori che, però, difficilmente potranno essere competitivi per il successo finale. Sonny Colbrelli è una buona alternativa a Trentin per la volata, ma contro Van der Poel, Sagan, Kristoff e Michael Matthews, dopo 280 km, per lui sarà molto dura spuntarla. Certo, il rettilineo in leggera salita sulla carta lo favorisce, ma è decisamente adatto anche ai nomi sopraccitati. Giovanni Visconti, invece, è andato molto forte nelle classiche italiane premondiali, ma la concorrenza non era minimamente paragonabile a quella presente nello Yorkshire. Se da un lato è vero che sta vivendo una seconda giovinezza, dall’altro va detto che mai in carriera è sembrato in grado di giocarsi le corse in linea più importanti con gli uomini più forti.

Infine, vi è Diego Ulissi, ad oggi l’alternativa più credibile a Trentin. Il toscano sta facendo un 2019 da favola e, finalmente, è diventato un corridore in grado di lottare per il successo nelle corse di un giorno più ambite. Si veda, ad esempio, il 3° posto alla Freccia Vallone o il 2° al recente GP de Montreal, il quale denota anche una grande condizione. Il problema è che un percorso tecnico come quello britannico, ricco di curve e tratti in discesa, poco si adatta a un corridore che ha sempre avuto delle difficoltà per quanto concerne la conduzione del mezzo. Inoltre, i 280 km sembrano decisamente troppi per Ulissi, al quale sovente si spegne la luce dopo i 230.
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Foto: Shutterstock

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