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Atletica, Mondiali 2019: le pagelle dell’Italia (sabato 28 settembre). La tenacia di bronzo di Giorgi, Tortu da leggenda. Stecchi: un sogno chiamato record italiano
Arrivano le prime, grandi soddisfazioni per l’Italia dell’atletica ai Mondiali di Doha. La medaglia porta la firma di Eleonora Giorgi, terza con tanta sofferenza, nella 50 km di marcia, la finale da leggenda è quella di Filippo Tortu nei 100: settimo e felice. Bene anche Stecchi, in finale nell’asta.
LE PAGELLE DEGLI AZZURRI AI MONDIALI DI ATLETICA (SABATO 28 SETTEMBRE)
FILIPPO TORTU 10: Molti degli atleti attualmente in attività non erano ancora nati quando Pierfrancesco Pavoni all’Olimpico si posò sui blocchi di partenza di una finale leggendaria dei 100 metri e lì rimase perché un infortunio gli impedì di correre. Trentadue anni dopo Filippo Tortu ha regalato a tutti gli italiani, nessuno escluso, l’emozione di vedere una maglia azzurra nella finale dei 100 metri, uno degli eventi “globali” dell’anno, visto in ogni angolo della Terra. Già così basta per far diventare Tortu uno degli atleti simbolo dell’Italia sportiva ma lui ci mette di più perché impreziosisce la gara più importante della carriera con il personale stagionale. Una lezione per tutti. Giornata da ricordare.
MARCELL JACOBS 6: I 40 giorni di inattività, come ampiamente temuto, presentano il conto al secondo turno. Dopo lo splendido 10″07 di ieri, l’azzurro in semifinale parte male e non riesce a distendersi nel finale come nel giorno precedente chiudendo settimo a 10″20 che non è nemmeno disastroso come crono. Peccato perché se avesse ripetuto la gara del giorno prima la finale sarebbe arrivata (magari a discapito di Tortu). Jacobs c’è e si prenderà altre soddisfazioni.
CLAUDIO STECCHI 8: Con autorità e una grande crescita dal punto di vista tecnico, Claudio Stecchi vola in finale nel salto con l’asta completando un percorso di ascesa che oggi lo pone tra i più forti al mondo della specialità. Il 5.75 superato al secondo tentativo con quel piglio lascia ben sperare in vista della finale dove, teoricamente, gli stimoli dovrebbero essere ancora superiori. Nel mirino, inutile nascondersi, c’è quel 5.90 che fruttò soddisfazioni immense a Parigi a Giuseppe Gibilisco. Ci proverà e dovesse riuscirci nessun traguardo gli sarebbe precluso. Intanto si è fatto trovare pronto.
GIOVANNI FALOCI 4: Mai veramente in gara nelle qualificazioni del lancio del disco. Resta lontanissimo dal personale e dalle migliori misure stagionali. Non è arrivato nelle migliori condizioni all’appuntamento più importante della stagione che è stata lunga per tutti.
EDOARDO SCOTTI 5: Non riesce a tenere il ritmo dei più forti nella prima frazione della 4×400 mista. Una partenza ad handicap che non fa bene all’Italia.
GIANCARLA TREVISAN 6: Lotta duramente per riportare l’Italia in linea di galleggiamento. Non tutto le riesce alla perfezione ma merita la sufficienza per la determinazione.
RAPHAELA LUKUDO 6: Partenza difficile per l’azzurra che deve scansare la pasticciona India e un invadente Brasile. Frazione non semplice, chiusa comunque non male.
BRAYAN LOPEZ 5: Si batte con coraggio per la prima parte di gara ma nel finale gli manca lo spunto che potrebbe fruttare all’Italia la finale e la qualificazione per Tokyo che svaniscono malamente.
ELEONORA GIORGI 8.5: Eccola la prima medaglia iridata per l’azzurra che è stata premiata nella scelta di dedicarsi a questa terribile distanza a un anno dalle Olimpiadi dove la 50 km non ci sarà. Parte bene, poi si stacca, riagguanta il terzo posto, sembra lì lì per perderlo e, dopo una crisi intestinale, riparte come se nulla fosse accaduto. Negli ultimi 14 km compie un piccolo capolavoro, gareggiando a livello delle due cinesi che condivideranno il podio con lei. La medaglia della sofferenza: è bello che l’Italia rompa il digiuno mondiale in questo modo. Applausi alla tenacia.
TEODORICO CAPORASO 6: Per due terzi di gara viaggia sull’onda del decimo posto ma per tenere questo ritmo va fuori giri e si deve fermare attorno al km 35. Da sistemare alcune cose ma la qualità non manca. Da premiare il coraggio.
NICOLE COLOMBI 6: Idem come sopra. Per 30 km è protagonista di una ottima gara, guida il gruppo delle inseguitrici, si stabilisce all’ottavo posto e sembra addirittura poter lottare per qualcosa di più importante, poi la fatica si presenta tutto ad un tratto e la costringe prima a proseguire camminando e poi a uscire di scena anche in modo drammatico con l’aiuto della barella. Anche qui, però, le capacità non mancano.
MARIAVITTORIA BECCHETTI 5.5: Non è facile esordire in un Mondiale in queste condizioni estreme. Parte piano, è ultima per tutta la prima parte, poi alza il ritmo ma si deve fermare dopo metà gara.
MICHELE ANTONELLI 6: Gara di rimonta che non riesce fino in fondo. Arriva fino a sfiorare il 13mo posto, poi resta vittima del caldo e nel finale deve rallentare vistosamente il ritmo per riuscire a portare a termine la gara. Anche qui da premiare la caparbietà.
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Foto Colombo
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