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MotoGP, GP Austria 2019: Valentino Rossi infinito, quarto a 40 anni. Il Dottore è come il vino buono

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“A volte ritornano” scriverebbe Stephen King, ma quando parli di Valentino Rossi le possibilità sono un tantino più alte del solito. Il pesarese esce dal GP d’Austria 2019 della MotoGP con una prova di spessore che lo ha portato a chiudere al quarto posto, non lontano dall’astro nascente Fabio Quartararo e da quel podio che certamente avrebbe lasciato in bocca un sapore ancora più gustoso.

Le vacanze estive devono aver giovato molto al fisico e alla testa dell’ormai quarantenne pilota romagnolo (sponda marchigiana) che per la seconda volta in una settimana ben figura in condizioni difficili e con questo risultato torna ad essere il primo dei piloti Yamaha nel campionato del mondo. Sì, perché se è vero che nella prima parte di stagione Rossi ha spesso guidato in maniera poco lucida, incappando in qualche errore di troppo per la fama che inevitabilmente si porta addosso, alla fine una vecchia volpe come lui trova sempre il modo di portare a casa la pagnotta e soprattutto di rialzare la testa, confermando che le difficoltà superate non possono essergli attribuite in toto. Maverick Viñales è cresciuto molto da qualche mese a questa parte ed è spesso il punto di riferimento della casa di Iwata ad inizio del fine settimana, non si possono dimenticare i tanti episodi sfortunati di cui è stato vittima nei primi Gran Premi di questo 2019 ma tant’è che alla fine il riscontro in classifica sia con lo spagnolo sia con il sempre più interessante Quartararo sta dicendo ancora bene al nove volte campione del mondo, ora salito a quota 103 contro i 102 di Viñales e i 92 del francese.

Yamaha temeva moltissimo il Red Bull Ring in quanto la potenza di motore è chiaramente inferiore a quella di rivali come Honda e Ducati ma tutto sommato il risultato di squadra ottenuto può ritenersi pienamente soddisfacente e la crescita in fase di accelerazione e di gestione gomme rispetto al non troppo lontano passato è ormai un dato di fatto accertato. A Spielberg la M1 non trovava il podio dal lontano 2016 e probabilmente sarebbe stato ancora più fiabesco se a riportarcela quest’anno fosse stato proprio il Dottore, ma certamente ora in tutto il box si potrà respirare una positiva boccata d’aria fresca in vista di tracciati più adatti, primo dei quali quel Silverstone dove si correrà tra quindici giorni.

A Rossi continua a mancare in modo pesantissimo la capacità di sfruttare al meglio il giro secco, trovare quell’extra grip sulla morbida che gli possa permettere di partire là davanti con i primi; nella gara di oggi è assolutamente ipotizzabile che, restando con Quartararo fin dai primissimi metri, il pesarese avrebbe potuto giocarsi il podio in maniera molto più attiva e convincente, ma ancora una volta una qualifica sottotono gli ha levato questa possibilità. Nonostante ciò Valentino sembra continuare a crederci per davvero, a resistere a tutto e a tuffarsi verso il 2020 con quell’ottimismo tipico dei giovani arrembanti che pensano solo a dare gas e divertirsi per l’immenso amore per le corse che posseggono; è previsto un buon upgrade di motore sulla Yamaha per la prossima stagione e chissà che l’infinita storia di Rossi non possa regalarci un altro magico capitolo.

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Twitter: MickBrug

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