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Ciclismo

Tour de France 2019, una Grande Boucle senza un vero re delle volate. Quattro vincitori diversi e tanta incertezza

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Sembra alquanto insolito assistere ad una grande corsa a tappe dove non esiste un vero favorito per le vittorie di tappa allo sprint, eppure è quello che sta accadendo in questa edizione del Tour de France. Non sono bastati i pronostici della vigilia, e nemmeno quelli giornalieri, perchè alla fine ci troviamo di fronte ad un parterre di velocisti confuso, senza un vero dominatore. Oramai è diventata una lotta ad armi pari: tutti contro tutti. Una volata diversa dall’altra, una vittoria ciascuno, un piazzamento diverso dall’altro; ed è giusto iniziare a fare i primi bilanci, quando oramai siamo giunti alla fine della prima settimana di questa Grande Boucle.

Dalla prima tappa alquanto convulsa, al treno di Elia Viviani a Nancy, alle volate difficili da amministrare di Colmar e di quest’oggi a Chalon-sur-Saône, finora non c’è stato un vero esaltatore degli sprint di gruppo. Tanto lavoro da parte delle varie squadre dei velocisti, ma che non sempre viene finalizzato al meglio. Un po’ come nel caso di Viviani, con la sua Deceuninck-Quick Step perfetta a Nancy e in ugual modo nella tappa di oggi, ma con risultati completamente diversi da una frazione all’altra. Stesso discorso per la Bora-Hansgrohe di Sagan. Ogni giorno un velocista nuovo tra i migliori di tappa, piazzamenti che continuano ad alternarsi, e mai e poi mai un uomo da giudicare come il vero corridore da battere.

È un Tour incerto, soprattutto per la lotta della maglia verde, dove al momento ci sono almeno quattro uomini in grado di contendersela giorno dopo giorno. Abbiamo di fronte a noi un Peter Sagan in condizione ma non dominatore, un Elia Viviani con la squadra perfetta ma con tanti errori a cui rimediare, un Dylan Groenewegen che ha ritrovato la condizione giusta, ma che dovrà lottare a fondo per riconfermarla. Poi Caleb Ewan, che sembrava il primo vero velocista da battere dopo quanto fatto di buono al Giro, ma che dopo due terzi e un secondo posto, deve ancora trovare il modo di sbloccarsi. E che dire di Sonny Colbrelli e Giacomo Nizzolo? Sottovalutati sinora ma costantemente nelle top ten. Oppure Michael Matthews, che dopo la seconda piazza di Épernay ha perso lo spunto migliore; come Alexander Kristoff dopo Nancy.

Insomma, dopo sette tappe pare ancora difficile poter tentare la fortuna giocandosi il nome giusto per la volata giusta. La strada per Parigi è lunga, ma manca quella conferma, quella zampata da lasciare senza parole, per poter decretare il vero uomo da battere in questo Tour de France che deve ancora trovare il suo vero protagonista degli sprint.

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@lisa_guadagnini

Foto: Lapresse

 

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