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Ciclismo

Tour de France 2019, Giulio Ciccone esce a testa altissima e studia un futuro da protagonista nei grandi giri

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Riuscire a completare due grandi giri consecutivi al primo anno nel panorama World Tour è sinonimo di qualità tanto in bicicletta, quanto a livello psicologico. Proprio per questo motivo il Tour de France 2019 ha consegnato la certezza dell’esplosione definitiva del talento di Giulio Ciccone, che a suon di risultati ha ribadito le proprie caratteristiche anche nel contesto più competitivo al mondo. Ecco anche perché la Grande Boucle dell’abruzzese è una vera boccata d’ossigeno per tutto il ciclismo italiano che ora può iniziare a sognare come il futuro delle corse a tappe. Infatti, è ormai sotto gli occhi di tutti come le qualità di scalatore sono importanti. A ciò servirà aggiungere intelligenza tattica, ma soprattutto un forte miglioramento nelle prove contro il tempo.

Due giorni in giallo, un secondo posto che lascia un po’ d’amaro in bocca, qualche altra apparizione in fuga e infine alcune frazioni di pura sofferenza. Insomma, la spedizione francese di Ciccone ha visto tante situazioni diverse che non fanno altro che aumentare l’esperienza di un atleta che a 24 anni si sta lanciando verso un futuro quanto più roseo possibile. I primi ad avvalorare questa tesi sono i risultati che ricordano, oltre agli exploit in terra francese, anche il prestigioso Giro d’Italia, dove Ciccone ha vinto la tappa di Ponte di Legno e la classifica dei gran premi della montagna.

Un biglietto da visita lodevole al quale va aggiunta anche un’importante dote mentale. In questo senso i giorni passati a soffrire per un dolorosissimo mal di schiena, senza però cedere alla tentazione del ritiro, sono stati la dimostrazione di come il portacolori della Trek-Segafredo abbia tanta grinta, che spesso si trasforma in voglia di non mollare. La scelta di rimanere in corsa si è rivelata azzeccata perché poi gli ultimi giorni lo hanno visto di nuovo protagonista specie nella tappa del Col de l’Iseran dove è rimasto a lungo in fuga. Questo è il simbolo di una grande volontà di migliorarsi anche dalle situazioni difficili, dote che appartiene spesso e volentieri solo ai grandi campioni.

L’iniezione di fiducia con cui il 24enne, ne compirà venticinque a dicembre, esce dal Tour de France deve essere la spinta in più per continuare a migliorarsi in vista dei prossimi impegni. Infatti, la strada che lo potrebbe portare lontano, magari anche nelle corse a tappe, parte dall’unione di carattere e talento in salita. Poi, se la volontà sarà quella di puntare in alto, bisognerà migliorare sia nella condotta di gara, spesso troppo frettolosa e istintiva, sia a cronometro, specialità nella quale di certo non parte con solide basi. Fondamentale sarà, poi, il lavoro con la sua squadra, la Trek-Segafredo, che detterà i ritmi dalla crescita dell’abruzzese. Altrettanto importante potrebbe essere la presenza di Vincenzo Nibali che a partire dalla prossima stagione vestirà proprio la maglia della Trek. Chissà che il campione siciliano non possa essere il faro per un Ciccone a cui manca solo l’ultimo decisivo step, per far emozionare tutti gli appassionati di ciclismo italiani che attendono con ansia un nuovo campione a cui aspirarsi.

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Foto: Valerio Origo

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