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Calcio, Europei Under21 2019: l’alibi del biscotto. Un nuovo fallimento per l’Italia poco pragmatica

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La notizia era cosa certa e ieri è arrivata l’ufficialità: l’Italia Under21 di calcio esce di scena prima delle semifinali agli Europei di categoria e dà l’addio alla qualificazione olimpica. Per la terza volta consecutiva lo sport nazionale del Bel Paese non sarà rappresentato ai Giochi e si allunga il digiuno dall’ultimo trionfo continentale risalente al 2004 in Germania.

Missione fallita dunque e l’avventura sulla panchina di Luigi Di Biagio termina quidue pass a Cinque Cerchi mancati e l’uscita di scena amara in un torneo casalingo portano alle dimissioni. Certo, crocifiggere solo il tecnico è facile, ma risponde, in parte, a quanto visto. Di fatto, una guida che sia stata in grado di gestire tecnicamente e mentalmente le fasi cruciali degli incontri non c’è stata, e le sconfitte subite non sono state affatto casuali.

Nel caso di questa rassegna continentale, dopo aver superato la Spagna, gran parte degli addetti ai lavori credeva che la Nazionale fosse avviata con fiducia al penultimo turno. La prova, dopo 30 minuti decisamente problematici, era stata confortante, e il 3-1 contro una squadra che non battevamo da tempo immemore lasciava presagire scenari positivi.

Contro la Polonia vi è stato il brusco risveglio. Una formazione di seconda fascia quella polacca, se confrontata alla nostra, che però ha saputo essere concreta. Agli azzurrini è mancato il pragmatismo necessario in un torneo con questo format e nel secondo tempo la squadra, al di là del legno colpito da Lorenzo Pellegrini, è sparita, perdendosi in uno sterile possesso palla, cercando con insistenza la rete per vie centrali, contro la Polonia, che riusciva a stringersi molto bene a difesa della propria area.

Un ko, di fatto, costato l’eliminazione, e serve a poco appellarsi alla poca “lealtà” di Francia e Romania che ieri hanno scelto di non farsi male, guardando ai propri interessi e pareggiando un confronto che portava entrambe alla qualifica. L’alibi del “biscotto” non regge perché se l’Italia si è messa in queste condizioni lo deve solo a proprie responsabilità, ben consapevole di aver perso contro una selezione che poi ha subito un’imbarcata non da poco contro gli iberici.

Certo, anche alcuni calciatori hanno le loro brave responsabilità. Il comportamento di Nicolò Zaniolo e di Moise Kean alla vigilia di una partita importante, contro il Belgio, ha evidenziato scarsa serietà, che in questi frangenti soprattutto non deve mancare. Gli eccessivi elogi nei confronti di questi due calciatori hanno portato, di fatto, a degli effetti collaterali: l’attaccante della Juventus non ha inciso e il centrocampista della Roma si è fatto notare per il brutto colpo ricevuto nel match contro la Spagna e la squalifica per somma di ammonizioni. Troppo poco è stato fatto da due interpreti che dovevano essere il fattore aggiunto della nostra squadra.

 

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Foto: Lisa Guglielmi / LPS

3 Commenti

1 Commento

  1. Graziano

    25 Giugno 2019 at 12:59

    Concordo con l’analisi, vorrei aggiungere che questa mancata qualificazione ha precise responsabilità federali: si era ottenuta l’organizzazione del torno in casa ma si è data fiducia a un tecnico che aveva già ripetutamente fallito e che non è capace di fare gruppo invece di cambiare per tempo e costruire un progetto tecnico a breve scadenza. Guardate le differenze con i Mondiali U20: prima con Evani, poi con Nicolato sono state messe insieme due nazionali che, al di là delle individualità, erano prima di tutto squadra dentro e fuori dal campo. Questa era una nazionale di primedonne, come i fatti hanno dimostrato. Di Biagio andava sostituito molto prima, il cammino di avvicinamento agli Europei era stato costellato di pessimi segnali. Il biscotto è solo un alibi, oltretutto per passare l’Italia avrebbe avuto bisogno della vittoria della Romania (difficile di per sé) o di una goleada della Francia (e chi glielo faceva fare con due partite ancora da giocare in una settimana?)

    • Luca46

      25 Giugno 2019 at 21:14

      Parole sante. Concordo con le analisi fatte. Sinceramente mi spiace dover attaccare Di Biagio perchè credo sia una brava persona però i risultati sono questi. Ha avuto squadre molto forti non ha vinto e non ci è neppure andato vicino. Non è un fallimento è un disastro. Quando abbiamo battuto la Spagna ho pensato: “nonostante Di Biagio questa squadra va” ed invece …

      • Gabriele Dente

        25 Giugno 2019 at 23:35

        …io invece quando ho letto che gli sembrava di essere a Italia ’90 (parole di Di Biagio) ho avuto la certezza che sarebbe finita male 😀
        Scherzi a parte, concordo con voi tutti. E poi un allenatore deve mantenere il gruppo coi piedi per terra, specialmente quando in squadra ci sono comportamenti come quelli appena menzionati. A proposito, sarei curioso di sapere se vogliono seguire le orme di Balotelli e Cassano, oltretutto con un talento sensibilmente inferiore al loro, o se intendono diventare dei punti di riferimento del panorama azzurro. Certo, se il buongiorno si vede dal mattino…

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