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Ciclismo

Manuele Boaro: “Quando vince la squadra, vinco anche io. Miguel Angel Lopez può puntare alla maglia rosa”

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Manuele Boaro è di sicuro una certezza assoluta per ogni corridore che se lo ritrova affianco. Il gregario giusto per un leader, l’uomo esperto con all’attivo nove anni di professionismo e grande consigliere per ogni giovane. Una carriera quasi del tutto dedicata agli altri, ma che gli ha regalato anche la gioia di “vincere” un Giro d’Italia con Alberto Contador nel 2015. Una soddisfazione che vorrebbe rivivere quest’anno con il Team Astana che lo ha ingaggiato proprio come uomo squadra per la Corsa Rosa, in cui il trentaduenne di Bassano del Grappa vivrà costantemente in supporto a Miguel Angel Lopez, uno dei grandi favoriti per la generale; sognando poi il trionfo finale a Verona.

Partiamo dal ritiro in altura sul Teide, una preparazione in vista di quali appuntamenti più imminenti?

“Qui sul Teide c’è la possibile rosa per il Giro d’Italia. Stiamo affinando la preparazione in vista della Corsa Rosa. Torneremo a casa il 16 per poi partecipare al Tour of the Alps e ovviamente al Giro”.

Sei stato ingaggiato dall’Astana anche e soprattutto come uomo di riferimento e certezza per i Grandi Giri. C’è stato qualcos’altro che ti ha particolarmente colpito delle loro intenzioni, nel momento in cui hai scelto questa squadra?

“Diciamo che si erano già fatti avanti ai tempi della chiusura della Tinkoff, però c’era il progetto di Vincenzo Nibali con la Bahrain-Merida; quindi sai, era una cosa nuova, che mi ha invogliato ancor di più. Poi le cose non sono andate come pensavo e a scadenza di contratto l’Astana si è fatta nuovamente avanti. Volevo stimoli nuovi, mi hanno cercato anche come uomo per le corse a tappe e, vedendo quello che ha fatto Miguel Angel Lopez, potrebbe uscirne qualcosa di buono per il futuro”.

Giuseppe Martinelli ha affermato che sei l’uomo giusto perchè parli poco e ti prodighi tanto. Hai trovato la tua dimensione con questa filosofia in corsa?

“Nel ciclismo di adesso si va forte in tutte le gare, quindi bisogna essere pronti da gennaio a ottobre, così cerco sempre di farmi trovare pronto. Quest’anno non sono partito come volevo, infatti da questo momento in poi parte veramente la mia stagione. Voglio farmi vedere dalla mia squadra ed essere pronto in vista del Giro”. 

Che progetti hai? Lo scorso anno hai vinto una tappa in Croazia dopo un lungo digiuno. C’è ancora voglia di ripetersi?

“Vincere è sempre bello, ma è normale che quando arriva una determinata indicazione da parte della squadra, alla fine rispetto sempre il mio ruolo. Mi piacerebbe essere al posto giusto nel momento giusto, ma non è mai semplice. Nel 2018 ci sono riuscito, quest’anno vedremo. La stagione è ancora lunga, ma l’obiettivo principale della squadra resta il Giro e mi piacerebbe vincerlo con Lopez dopo l’esperienza che ho vissuto con Alberto Contador”.

C’è l’intenzione di migliorarti a cronometro, visto che alla fine ne sei uno specialista? Magari anche per il Campionato Italiano.

“Sì, l’italiano è sempre un obiettivo importante, però sai, magari si arriva alla fine del Giro d’Italia in cui prevale la stanchezza e quindi non è facile; poi ci sono altre cronometro. È normale che poi, purtroppo, in un grande Giro e in certe situazioni, la crono va fatta “piano” per risparmiare energie in vista dei giorni successivi per aiutare la squadra. Quindi questo a volte penalizza, ma se dovessi avere via libera, è normale che vorrei essere al 100%. Avremo anche una bici nuova per ottenere un’evoluzione in più e avere dei miglioramenti”.

Hai qualche rammarico nel sacrificarti per gli altri, magari rinunciando al tuo spazio?

“Non è un peso, l’unica cosa che mi piace è che quando si svolge un bel lavoro, alla fine la squadra si accorge di quello che ho fatto. Purtroppo questo non accade sempre, ma alla fine voglio fare per bene il mio dovere rispettando i ruoli; e quando vince la squadra sono ancor più contento”.

Hai corso per due stagioni accanto a Vincenzo Nibali, imparando a conoscerlo meglio. Come lo vedi per questa stagione?

“Di sicuro il suo obiettivo è il Giro d’Italia, quindi è partito cauto per poi arrivare pronto a questo appuntamento. Se si inizia la stagione andando a tutta, poi magari le energie si affievoliscono. Bisogna sempre capire che la stagione è lunga otto mesi. Non è facile. Se il suo obiettivo è il Giro, sicuramente lo starà preparando bene studiando passo dopo passo per questo. Penso che non ci siano allarmi. Lui quando punta a qualcosa ci arriva pronto. Vedremo dopo la Corsa Rosa”.

Parliamo ancora del Giro, che sarà il vostro prossimo bersaglio.

“Siamo partiti fortissimi vincendo 21 gare ad oggi; quindi siamo tranquilli sapendo che possiamo lavorare bene ed è una carica in più anche per il morale. È l’obiettivo di Miguel Angel Lopez, che ha già dimostrato di essere in ottima condizione dalla Colombia alla Vuelta Catalunya: proveremo a vincerlo”.

Da uomo squadra con diversi anni di professionismo alle spalle, che consiglio daresti ai giovani d’oggi?

“Io ho avuto la fortuna di diventare professionista nel 2011 con Matteo Tosatto come guida. A volte passo per rompiscatole, per vecchio, ma a 32 anni cerco sempre di insegnare ai giovani qualcosa che li aiuti a migliorare e a diventare qualcuno. L’anno scorso, durante la Vuelta, ho avuto al mio fianco Ivan Cortina, e ho sempre cercato di stimolarlo, di consigliarli determinate scelte per il suo bene, mai in senso negativo. Quindi dico sempre ai giovani di ascoltare e prendere un punto di riferimento all’interno della squadra, per avere due o tre persone che sai che quando ti dicono una cosa, lo fanno per il tuo bene, non tanto per dire. Devi sempre trovare la persona giusta che quando ti parla lo fa per te, e devi ascoltarla. Alla fine è una ruota che gira. Sarebbe bello sentirsi dire un giorno ‘ricordo ancora quando mi davi quei consigli…’ “.

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@lisa_guadagnini

Foto: Lapresse

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