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Volley, Italia caput Mundi: Trento Campione del Mondo, Civitanova si scioglie in fondo. Il Mondiale per Club torna a casa

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L’Italia si è ripresa il Pianeta, Trento si è laureata Campione del Mondo per la quinta volta nella sua storia sconfiggendo Civitanova nel derby di finale che ha esaltato la nostra pallavolo in Polonia. Il Mondiale per Club 2018 di volley maschile è stato letteralmente un trionfo per le nostre squadre che hanno sbarazzato l’intera concorrenza (Zenit Kazan e Sada Cruzeiro in testa) presentandosi da imbattute all’atto conclusivo di Czestochowa e dando una risposta importante in ambito internazionale: le due formazioni italiane erano state invitate a partecipare alla rassegna iridata tramite una wild card ma si è capito fin da subito che avrebbero potuto ottenere dei risultati importanti e così è stato. Il trofeo è tornato nel Bel Paese dopo sei anni di assenza e dopo qualche finale di troppo persa al di fuori dei nostri confini proprio tra Mondiale e Champions League.

Questa volta nessuno è riuscito a fermare una lanciatissima Trento che sale sul trono a sei anni di distanza dall’ultima volta, firmando un pokerissimo storico e indimenticabile: i dolomitici si sono confermati squadra, nella finale contro la Lube avevano sicuramente qualcosa in meno a livello di nomi e di caratura tecnica ma si sono rivelati compatti e uniti, un vero e proprio team che ha sovvertito tutti i pronostici e che ha trionfato con pieno merito. I ragazzi di Angelo Lorenzetti sono stati perfetti, hanno giocato una pallavolo spumeggiante, hanno incantato in tutti i fondamentali e sono sempre riusciti a fare la differenza nei frangenti caldi delle partite dimostrandosi un buon collettivo: già in Supercoppa si erano visti degli ottimi segnali e in questa settimana abbiamo avuto delle conferme importanti, questa Trento può davvero lottare per traguardi importanti.


Aaron Russell è stato premiato come MVP del torneo, lo schiacciatore statunitense aveva accusato dei fastidi muscolari dopo l’ultima partita della fase a gironi ma nel weekend decisivo è stato semplicemente sublime: grande forza offensiva, perfetto in ricezione, sempre pronto nei momenti caldi quando bisognava mettere giù i palloni. Encomiabile il martello mancino Uros Kovacevic, l’opposto Luca Vettori ha compiuto un salto in avanti anche se è ancora lontano dai giorni migliori, perfetta regia di Simone Giannelli che ha smistato alla grande, granitici i centrali Srecko Lisinac e Davide Candellaro (sono arrivate delle risposte importanti), il libero Jenia Grebbenikov si è superato ed è davvero una pedina fondamentale dei gialloblù.

Civitanova chiude invece con l’amaro in bocca, perdendo l’ennesima finale del 2018: i cucinieri hanno disputato tutti gli atti conclusivi delle competizioni a cui hanno preso parte e non sono mai riusciti a festeggiare. La squadra si è totalmente sciolta in finale: il mercato estivo è stato faraonico ma non basta la collezione di figurine, i ragazzi di Medei non sono ancora squadra e c’è ancora tanto da lavorare. Juantorena, Leal, Sokolov, Simon, Bruninho: nomi che da soli fanno paura ma che ancora non riescono a rendere come dovrebbero, generando anche il malcontento della società. Non basta l’incredibile rimonta contro lo Zenit (da 9-14 nel tie-break) per essere soddisfatti, urge una pronta riflessione. La grande delusa è lo Zenit Kazan che da Campione del Mondo si ferma ai gironi, la corazzata russa non domina più da quando Wilfredo Leon si è accasato a Perugia.

 





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