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Biathlon

Sport Invernali, la “solita” Italia con i suoi pregi e difetti. Più ombre o luci?

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Il fine settimana degli sport invernali ha riservato come di consueto luci ed ombre per l’Italia. La sensazione è che svariate situazioni non siano mutate rispetto allo scorso anno o alle stagioni precedenti, nel bene o nel male.

COSA VA

La garanzia Federico Pellegrino – Il fuoriclasse di Nus non tradisce mai. A Lillehammer il campione del mondo in carica ha sfruttato al meglio la prematura eliminazione del fenomeno norvegese Klaebo. La sensazione, comunque, è che nelle sprint a tecnica libera l’azzurro possa sfidare a testa alta lo scandinavo e giocarsela alla pari in qualsiasi contesto.

La crescita di Nicol Delago – Quinta a Lake Louise, la 22enne altoatesina ha colto il miglior piazzamento della carriera in discesa. Si tratta di una velocista completa, dotata di buoni piedi che le consentono al tempo stesso di difendersi egregiamente nei tratti scorrevoli e di saper interpretare con decisione le curve. Sta acquisendo esperienza e consapevolezza: in futuro potrebbe diventare la terza punta dopo Sofia Goggia e Federica Brignone.

BENE, MA…

L’incostanza di Dominik Paris – Due podi nelle prime quattro gare veloci della stagione, uno in discesa ed uno in superG. Nelle altre due, però, un 12° e un 21° posto. Una irregolarità che non rappresenta una novità per un atleta di altissimo valore, ma con tanti alti e bassi all’interno di una stessa stagione. Manca sempre qualcosa per issarsi definitivamente al livello dei vari Svindal e Feuz.

Biathlon sul podio, ma la vittoria… – La staffetta mista dell’Italia raramente tradisce ed anche a Pokljuka è arrivato subito un terzo posto che fa morale per il prosieguo dell’annata. Il biathlon resta una delle discipline maggiormente in salute nel panorama degli sport invernali in Italia, tuttavia ad un quartetto ormai affiatato e consolidato occorre compiere quell’ultimo step per provare a salire sul gradino più alto del podio.

COSA NON VA (E NON CAMBIA…)

Gli alti e bassi di Dominik Fischnaller – Dopo il secondo posto a Igls, noi di OA Sport lo avevamo scritto: “Ora Fischnaller dovrà dimostrarsi competitivo anche su piste tradizionalmente ostiche e poco amate”. Missione fallita, perché a Whistler lo slittinista azzurro non è andato oltre l’ottava posizione. Così non è ipotizzabile competere per la classifica generale di Coppa del Mondo. L’altoatesino, per il momento, resta un atleta da exploit isolati che sa esaltarsi in particolare su determinati budelli (Igls, Sigulda e Lillehammer su tutti).

Gigante maschile, il gap resta – L’Italia si attesta su posizioni di rincalzo da ormai diversi anni tra le porte larghe. L’incipit di ogni stagione porta con sé sempre grandi speranze ed il desiderio di colmare il gap dal gotha della specialità. L’avvio a Beaver Creek non è stato incoraggiante con appena due azzurri qualificati per la seconda manche e l’atteso Luca De Aliprandini addirittura fuori dai 30. Promosso Riccardo Tonetti, ottavo, il “vecchio” Manfred Moelgg aveva fatto sognare nel corso della prima frazione. Ma tutto questo non può bastare: il divario tra gli azzurri ed i migliori della disciplina resta notevole, anche se si nota qualche passo avanti dal punto di vista tecnico.

Alessandro Pittin e lo spauracchio del salto – Che il trampolino rappresenti il tallone d’Achille nella combinata nordica per Pittin non lo scopriamo oggi. Un dato di fatto che non cambia, almeno per ora. Il friulano ha mostrato dei miglioramenti incoraggianti, sta trovando gradualmente stabilità e sicurezza sotto il profilo tecnico ed i tre piazzamenti in zona punti nel fine settimana di Lillehammer lo testimoniano. E’ chiaro che per tornare a lottare per il podio con costanza tutto questo non basta ancora ed il 28enne dovrà progredire ulteriormente per provare a partire almeno nelle prime venti posizioni dopo il segmento di salto.

Tecnica libera, l’Italia va a fondo – I tempi dei Valbusa, Di Centa e Piller Cottrer sono ormai lontani. Un decennio fa il Bel Paese, relativamente alle prove di lunga distanza, eccelleva nella tecnica libera e soffriva nel passo alternato. Ora la situazione è ribaltata. Emblematico il risultato della 15 km a skating con partenza ad intervalli: Francesco De Fabiani, unico azzurro a punti, ha chiuso 29° a ben 1’40” dal vincitore Sjur Roethe. Addirittura fuori dai primi 50 tutti gli altri italiani. Con una lacuna simile in tecnica libera appare oggettivamente complesso coltivare ambizioni da podio in staffetta.

federico.militello@oasport.it





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