Seguici su

Nuoto

Nuoto, l’Italia verso i Mondiali del 2019. Una generazione di giovani in rampa di lancio. Chi sarà già da medaglia?

Pubblicato

il

Il Mondiale di Hangzhou ci restituisce un’Italnuoto in salute. Da una parte i più esperti che hanno dimostrato di godere di buona salute, dall’altra un manipolo di giovani che si distinguono per talento, forza di volontà, umiltà e coraggio: tutte doti che pongono alcuni elementi della Nazionale in rampa di lancio verso l’olimpo delle grandi manifestazioni internazionali, a partire dal Mondiale in vasca lunga di Gwangju in programma come da tradizione a fine luglio, a un anno esatto dai Giochi Olimpici di Tokyo, che potrebbero essere il capolinea per la generazione dei nati a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 e il primo grande traguardo della generazione dei “millennials”.

Partendo dai più esperti le due carte da medaglia più importanti e certe in chiave Mondiale in lunga sono sempre loro, i “gemelli” di Ostia, Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti. Il primo è impegnato in una parziale riconversione della sua carriera e la trasferta cinese ha detto chiaramente che l’anno di scarico è finito e che ora il modenese è pronto per nuovi traguardi. Paradossalmente in Corea il suo obiettivo principale saranno i 10 km in acque libere perché si tratta della gara che qualifica per le Olimpiadi e non si può fallire. In subordine, poi, ci saranno 1500 e 800 in piscina con il solo obiettivo di lasciarsi finalmente alle spalle l’ormai acerrimo rivale, l’ucraino Mikhailo Romanchuk.

Il possibile terzo incomodo potrebbe essere proprio lui, Gabriele Detti, che arriva da una stagione travagliata a causa dell’infortunio alla spalla ma che si può giocare carte importanti (se l’infiammazione al capo lungo della spalla destra lo lascerà finalmente stare) in ben tre gare, 400, 800 e 1500 stile libero. Dovesse risolvere definitivamente i problemi fisici entrerebbe di diritto nel lotto dei grandi favoriti che comprende il solito Sun Yang, l’australiano Horton e, perché no, anche il padrone di casa Park, che però al momento ha lanciato pochi segnali.

Restando ai più esperti perché escludere a priori Federica Pellegrini dal lotto delle favorite nei 200 stile libero? Molto dipenderà dalle scelte di Sarah Sjostrom (che dovesse rituffarsi nella distanza che meno ama potrebbe coprire una casella dei possibili podi), Katie Ledecky ci sarà sempre e poi attenzione alle giovani rampanti, già viste ad Hangzhou, Titmus e Wang che vanno ad unirsi a Bonnet e Heemskerk: fenomeni veri, esclusa la Ledecky, non ce ne sono ma servirà una prova di assoluto spessore per tornare sul podio iridato.

Per completare la proiezione degli atleti da podio di Budapest verso Gwangju non si può certo dimenticare Simona Quadarella che avrà due carte da giocare nella rassegna iridata, più una terza di riserva. Negli 800 e nei 1500 stile libero l’azzurra è fra le cinque più forti al momento e forse nella distanza più lunga fra le prime tre ma da qui a luglio gli equilibri potrebbero variare. Nessuno mette in dubbio la leadership di Ledecky, Wang è sicuramente molto forte anche in vasca lunga, Smith si preannuncia battagliera e bisognerà vedere se Mireia Belmonte risolverà i suoi problemi fisici. Oltre a Kapas e Li, potrebbe inserirsi in questa battaglia l’australiana Titmus che ha impressionato ad Hangzhou e, con un lavoro specifico, potrebbe alzare il tiro e la lunghezza delle gare.

Le cosiddette punte finiscono qui ma non mancano gli outsider in casa azzurra: atleti che partiranno per la Corea puntando ad una finale e poi, una volta raggiunto l’obiettivo, daranno tutto per entrare nella storia. Si parte dal gruppo dei velocisti, eterogeneo ma compatto e solido come forse non mai negli ultimi anni. C’è di tutto un po’ e soprattutto c’è finalmente l’imbarazzo della scelta, situazione che difficilmente si è verificata in passato in Italia. Ci sono i giovani rampanti, Miressi (che punta anche alla finale individuale nei 100 stile, dove è campione d’Europa in carica), Zazzeri (che bene ha fatto ad Hangzhou) e Vendrame, con il possibile inserimento di Nardini, c’è il nuovo innesto Santo Condorelli, che sembra aver trovato subito la sua dimensione in Italia e c’è la vecchia guardia, composta da Orsi, in ripresa dopo due anni da incubo, e Dotto, che invece sta attraversando un momento difficile per via di problemi fisici. Se tutti saranno da qui ad aprile al meglio, per Butini sarà durissima scegliere gli uomini da schierare nella staffetta.

Restando in campo maschile non si possono non citare due trentenni che qualcosa, in carriera, lo hanno già vinto e sono ancora a caccia di acuti mondiali e olimpici. Fabio Scozzoli è uscito con le ossa rotte dal Mondiale in corta di Hangzhou: era partito con tante aspettative, si è ritrovato un pugno di mosche nelle mani che ha usato per applaudire l’ultima recita dell’amico-rivale Van der Burgh. Un motivo in più per preparare con maggiore determinazione l’appuntamento coreano. Stesso discorso per Piero Codia che non è riuscito ad esprimersi al meglio nei 100 farfalla di cui era plurimedagliato europeo ma che il colpo in canna, soprattutto in vasca lunga, ce l’ha eccome e lo ha dimostrato lo scorso anno a Glasgow.

In campo femminile due campioncine in erba ci sono e a Gwangju per la prima volta qualche faro puntato addosso lo avranno, visti i risultati ottenuti finora. Ilaria Cusinato nel 2018 si è migliorata ogni volta che è scesa in vasca nei 200 e 400 misti, ha portato a casa due argenti europei e se l’è giocata con le migliori ai Mondiali in corta. Dovesse proseguire nel percorso di miglioramento (e niente fa pensare il contrario) sarebbe lì a giocarsela, soprattutto sui 400, con le migliori interpreti della specialità. Stessa cosa per Margherita Panziera: deve superare senza portarsi dietro recriminazioni, il mancato podio di Hangzhou e puntare sulla vasca lunga che è casa sua. L’anno scorso si è migliorata tantissimo ma per competere a livello mondiale non basta: serve un ulteriore passo avanti che la dorsista veneta ha le carte in regola per effettuare.

Non sembrano pronti ancora per la lotta medaglie, infine, i due giovanissimi più interessanti di casa Italia, Ceccon e Burdisso ma anche qui stiamo parlando di due diciassettenni il cui percorso di crescita è tutto da verificare. Dovesse arrivare da loro la grande sorpresa in Corea non ci sarebbe neppure troppo da stupirsi.

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: Deep Blue Media

1 Commento

1 Commento

  1. lorenzo95

    20 Dicembre 2018 at 02:09

    Caro Enrico, vorrei porti un quesito.
    Cosa ne pensi della Carraro? Possiamo considerarla un outsider visti gli ultimi risultati?
    Martina in vasca lunga si esprime anche meglio rispetto a quanto faccia nella corta, nella parte nuotata sembrava averne tanto, mentre soffriva le virate e subacquee a causa della sua scarsa potenza.

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *