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Tennis, Qualificazioni Next Gen ATP Finals 2018: Liam Caruana padrone di un tabellone di sorprese

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Come era già successo lo scorso anno, le qualificazioni italiane delle Next Gen ATP Finals hanno regalato più di una sorpresa, vuoi per il fatto che siamo alla fine della stagione, vuoi perché il differente sistema di punteggio utilizzato rispetto ai tornei normali ha creato qualche problema di adattamento ad alcuni giocatori.

Se nel 2017 a uscire subito è stato Matteo Berrettini, arrivato stanchissimo dopo la prima delle due stagioni che gli hanno consentito di spiccare il volo verso l’alta classifica, quest’anno i nomi pesanti subito fuori sono stati due: suo fratello Jacopo, vittima di un infortunio contro Liam Caruana, e Andrea Pellegrino, che più di altri veniva dato per favorito su una superficie come quella utilizzata a Milano.

Il già citato Caruana, alla fine, è colui che si è meritato la wild card azzurra per il torneo meneghino. Nonostante la sua stagione difficile, ha confermato che, quanto a tennis, potrebbe tranquillamente competere molto più in alto del 622° posto che occupa ad oggi nel ranking ATP. Il suo è un gioco che strizza l’occhio alla rete, che diverte, anche se ogni tanto può incorrere nel classico problema di chi lo pratica: i pallonetti o i passanti. Raul Brancaccio li ha utilizzati entrambi, ma in questo duello solidità-fantasia ha vinto la fantasia, benché unita a una certa perseveranza nell’applicarla.

Se questo gioco potrà essere applicato dall’italoamericano con Alex de Minaur, Taylor Fritz e Andrey Rublev (l’australiano,l’americano e il russo gli sono capitati nel girone, come da sorteggio) sarà tutto da verificare. Quello che è certo è che l’ingresso in tabellone all’ATP 250 di Auckland, a inizio anno, non era un caso: stiamo parlando di un tennista in grado di tenere benissimo contro Steve Johnson, e l’americano non è l’ultimo arrivato sul circuito.

In breve, se l’anno scorso una serie di contingenze ha riportato alla ribalta Gianluigi Quinzi, che poi ha disputato delle degne Finals, anche quest’anno ci si aspetta una situazione simile, per quanto Caruana faccia meno rumore, a livello mediatico, rispetto al marchigiano. L’importante è che lo faccia su quel campo che ha dimostrato che è stato lui il migliore in assoluto di queste qualificazioni. Poi, è vero, sarebbe stato bello vederlo affrontare il grande assente per infortunio, Gian Marco Moroni, ma la storia, si sa, non si fa con i se e con i ma. Non è stato così l’anno scorso, con l’acclarata stanchezza di Matteo Berrettini, non è così quest’anno, con l’assenza del miglior classificato tra i nostri giovani. L’importante resta aver (ri)trovato un nome valido, che possa trarre utilità da queste partite, perché forse servono a lui più che a tutti gli altri azzurri impegnati a Milano, per certi versi.





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federico.rossini@oasport.it

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Credits: Paolo Bona / Shutterstock

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