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F1, GP Abu Dhabi 2018: Ferrari, serve una svolta in vista del 2019. Nelle ultime gare Cavallino retrocesso a terza forza

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Siamo all’atto conclusivo. Sta per calare il sipario sulla stagione 2018 di Formula Uno. I verdetti sono stati già emessi: il britannico Lewis Hamilton e la Mercedes sono campioni del mondo. Ad Abu Dhabi, sul tracciato di Yas Marina, si correrà con motivazioni diverse, non finalizzate al punteggio di una graduatoria ma alla soddisfazione personale. Lo spirito competitivo di ogni pilota sarà benzina per il proprio motore, per regalare emozioni agli appassionati presenti in loco e ai telespettatori.

La Ferrari ha voglia di far proprio questo ultimo appuntamento per una serie di ragioni che sono anche legate a quel che verrà. In primis, si vuole sfatare un tabù. Dal 2009, data nella quale questa tappa è stata inserita nel calendario iridato, il Cavallino Rampante non ha mai potuto fregiarsi della vittoria, pur salendo sul podio in cinque circostanze. Sarà dunque importante per la Rossa imporsi a queste latitudini e rilanciare le proprie quotazioni in vista del prossimo campionato. Concludere con una vittoria infatti potrebbe dare al team motivazioni ulteriori per lavorare al meglio sul progetto futuro.

Ne hanno bisogno Sebastian Vettel e la Ferrari stessa. Il tedesco, come ricordi positivi, è rimasto a Spa (Belgio). Era il 26 agosto e Seb sembrava aver messo da parte gli errori passati, mettendo in mostra una ritrovata solidità e una vettura altamente prestazionale. Sono trascorsi 7 GP e la vittoria e il teutonico non hanno più incrociato le loro strade. In parte perché il quattro volte iridato ha smarrito la retta via. La scarsa lucidità, in alcune circostanze, lo ha portato lontano dai propri obiettivi, contribuendo al naufragio del sogno mondiale.

Una SF71H che però, fatta eccezione per l’appuntamento di Austin (Stati Uniti), è parsa regredita come vettura, al contrario di una Red Bull sempre più convincente. Non è affatto casuale che Max Verstappen abbia vinto in Messico e sfiorato il bis in Brasile con la monoposto di Milton Keynes. La bontà del telaio progettato da Adrian Newey, in quest’ultima parte d’annata, è riuscita a sopperire alle deficienze relative al propulsore Renault e i riscontri in pista parlano chiaro.

La Ferrari, oltre che dalla solita Mercedes, dovrà guardarsi anche dalla macchina anglo-austriaca. La candidatura di quest’ultima ad un ruolo da protagonista è avallata anche dalla caratteristiche della pista di Yas Marina. Su questo circuito, infatti, le monoposto utilizzeranno degli assetti aerodinamici da medio/alto carico per essere veloci nei settori centrale e finale che presentano numerose curve medio/lente dove è importante avere tanto downforce. Il layout esalterà l’efficienza aerodinamica e questo potrebbe sorridere a Verstappen e all’australiano Daniel Ricciardo.

Il Cavallino, dunque, dovrà farsi trovar pronto e cercare di massimizzare il proprio pacchetto per chiudere degnamente l’annata e dare una piccola svolta.

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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