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Biathlon, Dominik Windisch: “Serve fortuna al momento giusto. I Mondiali 2020 appuntamento cruciale”

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ESCLUSIVA OA SPORT – Dominik Windisch nella scorsa stagione si è conquistato un posto tra gli atleti azzurri più premiati ai Giochi Olimpici del biathlon, grazie allo storico bronzo conquistato nella sprint di Pyeongchang e al terzo posto in volata, davanti alla Germania, nella staffetta mista. Risultati che hanno catapultato l’alpino di Rasun (Bz) in una nuova dimensione dopo una stagione che è stata tutt’altro che facile e caratterizzata da alti e bassi. L’obiettivo per Windisch è trovare quella continuità di prestazione, sia dal punto atletico che al tiro, che gli permetta di vivere un’annata al vertice tra i migliori del circuito.

Dominik, com’è andata la preparazione estiva e come ti stai preparando all’esordio stagionale in Coppa del Mondo?

“Purtroppo sono un po’ malaticcio, ho avuto influenza e mal di stomaco, però negli ultimi raduni sono riuscito a fare i lavori previsti dal programma: chiaramente erano sessioni faticose, però mi sono trovato bene, a Sjusjoen abbiamo lavorato per finalizzare la preparazione e trovare l’ultimo picco di qualità”.

La stagione inizia in modo inedito con l’esordio a Pokljuka e il Mondiale previsto a marzo a Oestersund (Svezia), pensi di poter arrivare all’appuntamento principale con la forma ideale?

“Io generalmente sono un atleta che non ha un picco di forma, per cui la condizione è costante lungo tutto l’arco della stagione e non varia durante le tappe di Coppa del Mondo piuttosto che in vista dell’appuntamento particolare: magari faccio un po’ più fatica ad ingranare nel corso della prima tappa, ma una volta messo in moto riesco a tenere la condizione durante tutto l’inverno. Mi preparo sempre per iniziare bene la Coppa del Mondo e cerco di riposare al meglio prima dell’appuntamento stagionale per arrivare il più carico possibile: serve anche fortuna per fare il risultato, la forma deve esserci tutto l’anno, per noi è la base, altrimenti non hai chance”.

Ad Anterselva forse c’è stato il primo segnale di continuità e delle basi che poi ti hanno permesso di esprimerti al meglio ai Giochi Olimpici: è stata importante in questo senso la modifica apportata alla carabina per le varie regolazioni che hanno condizionato le tue performance al tiro?

“Ad Oberhof, in una condizione di completo buio a causa della nebbia, ho trovato lo zero nella staffetta e sentendo il clic dei bersagli, solo nello schermo televisivo ho potuto controllare di aver colpito tutti i bersagli. Mi sono accorto che la diottra era bloccata verso un lato, al limite della regolazione: quando dai tacche giri la diottra, ma quando è al limite non si sposta oltre, trovavo questa difficoltà quando il vento si spostava da destra a sinistra, in particolare negli stadi come Oestersund, Hochfilzen ed Anterselva”.

Sei riuscito a conquistare la prima medaglia della squadra olimpica italiana a Pyeongchang, in un momento dove la pressione mediatica era forte sulla nazionale del biathlon, per te deve essere stato motivo di grande orgoglio.

“Sicuramente è stato importante per me individualmente, ma anche per il biathlon: soprattutto a livello di movimento e di visibilità per far conoscere anche il nostro sport ad un pubblico che solitamente non ci segue, a livello mediatico infatti molte persone mi riconoscono e ne sono felice”.

A maggior ragione tra due stagioni per l’Italia si svolgerà anche una mini-Olimpiade, rappresentata dai Mondiali in casa di Anterselva 2020: pensi che anche il biathlon possa crescere ulteriormente come notorietà e coinvolgere magari anche appassionati di ciclismo che verranno a seguire il Giro d’Italia con una tappa che terminerà proprio ad Anterselva?

“Se come Organizzazione, Federazione e Comitato riusciremo a pubblicizzare al meglio l’appuntamento, penso che possiamo sfruttare questo traino del ciclismo. Sappiamo tutti che il Giro d’Italia ha un grande seguito di appassionati che amano la fatica, se capiranno cosa avviene durante l’inverno nello stadio di Anterselva, dove presumibilmente sarà posto l’arrivo, sarà una gran cosa. Nel 2020 per i Mondiali dobbiamo riempire il più possibile l’Alto Adige Arena di bandiere italiane e fidelizzare gli appassionati anche per i prossimi anni”.





nicolo.persico@oasport.it

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Foto: Nicolò Persico

 

 

 

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